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De Rossi gladiatore, 500 gare con la maglia della Roma

Capitan futuro icona della Magica assieme a Totti. Nei pressi del Colosseo i tifosi espongono uno striscione dedicato al centrocampista da quasi 14 anni in giallorosso.
A cura di Maurizio De Santis
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"500 volte una maglia in carriera, Daniele De Rossi eterna bandiera". Recita così lo striscione apparso nei pressi del Colosseo che i tifosi della Magica hanno esposto per celebrare il traguardo raggiunto in giallorosso da ‘capitan futuro'. C'è un cuore che batte nel cuore di Roma, è quello di DDR, simbolo – accanto a Totti – della formazione capitolina nel bene e nel male. Uno stakanovista, calciatore di lotta e di governo, uomo di mischia, rais in quella tonnara che può diventare la mediana, centrale difensivo all'occorenza. Lo cerchi e c'è sempre. Ovunque. Chiedete al Barcellona, nella sfida di Champions League fu capace di coprire 10 km e passa, con Salah e Nainggolan risultò il calciatore che corse di più.

Odi et amo. "Il mio rimpianto è quello di poter donare una sola carriera alla Roma". Passione viscerale, odio e amore che si perpetua da Tredici anni, 11 mesi e 24 giorni. 5099 giorni dopo quell'esordio in Coppa (quella delle grandi orecchie) nella gara contro l'Anderlecht. Il primo gol in assoluto? A maggio 2003 contro il Torino: botta dalla distanza, tiro potente e micidiale che schianta Sorrentino. "Un tricolore vinto a Roma ne vale 10 vinti altrove". Pure questo fa parte del campionario di frasi, mai banali, che il centrocampista giallorosso e della Nazionale (nel suo ruolo è il più prolifico in Azzurro con 17 centri) ha lasciato scolpite nella memoria dei sostenitori. Diretto, schietto, sincero, pragmatico in campo (abbastanza da usare le buone e le ‘cattive' maniere) come davanti ai taccuino: non c'è pericolo che venga frainteso.

Il più pagato in Serie A. A chi gli contestava l'ingaggio da Paperone (resta il calciatore più pagato con un contratto da 6.5 milioni a stagione) rispose entrando in tackle: "C'è chi dice che quando non gioco bene mi dovrei vergognare per quello che guadagno. Mica mi fa piacere non essere sempre al top? E poi perché se un calciatore ha una bella macchina è uno str… e se invece vi gira sopra un cantante è figo? Non ho mai nascosto quali fossero le mie richieste in sede di contratto. Non rubo niente a nessuno".

Addio sfiorato. Real Madrid, Chelsea, Paris Saint-Germain e poi lo sceicco del Manchester City oppure l'avventura in Major League: le tentazioni da ‘mille e una notte' non sono mancate negli ultimi anni. All'estero avrebbero fatto follie pur di avere in squadra DDR, lottatore che in Premier avrebbe impiegato poco per conquistare il consenso dei tifosi inglesi. Non adesso, non ancora. C'è una carriera da onorare in giallorosso e un sogno scudetto da realizzare.

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