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De Laurentiis attacca la Lega di A: “Campionato falsato, cacciamoli tutti”

Dopo l’ad del Milan, Galliani, intervenuto sul caso Is Arenas, il numero uno del Napoli rincara la dose.
A cura di Maurizio De Santis
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de laurentiis e galliani

La Serie A sull'orlo di una crisi di nervi. A far scattare la polemica, questa volta, prima la questione Is Arenas, poi il calendario. Galliani, ad del Milan, e De Laurentiis, presidente del Napoli, lanciano strali contro la Lega: "Campionato falsato"   è l'accusa. "Sono deluso dal lavoro della mia Lega – afferma patron azzurro, prima di partire per Torino dove il suo Napoli è in campo alle 21 contro i granata -. Non c'è gente che pensa e utilizza il cervello. E' arrivato il momento di cacciare via tutti ed assumere gente nuova. Che bisogno c'era di giocare sabato quando in Inghilterra, Germania, Spagna e Francia vanno in campo il giorno di Pasqua? Potevamo farlo a Pasquetta o addirittura il martedì. Così si falsa il campionato". Chiaro il riferimento al rientro tardivo dei giocatori dalle trasferte con le rispettive nazionali. Il numero uno azzurro rincara la dose: "Mollo tutto e me ne vado. Non sono d'accordo con il sistema Paese Italia e con il teatrino politico".

Il caso Is Arenas. Dopo aver alzato la voce Adriano Galliani precisa che l'attacco non era alla Lega: "Il Milan non ha affatto inteso identificare la Lega quale soggetto responsabile delle costanti variazioni delle gare interne del Cagliari Calcio" la nota di precisazione del club rossonero. "Le incomprensibili variazioni per casi sostanzialmente identici devono infatti essere attribuite alla cosiddetta burocrazia e più in generale, ai poteri amministrativi, delle cui decisioni la Lega è stata necessaria esecutrice".

La replica di Pulvirenti. Punge invece l'ad del Milan Antonio Pulvirenti, presidente del Catania: "La situazione si conosceva da tempo, si doveva intervenire all'inizio non ora: che il campionato potesse essere falsato, se ne doveva accorgere qualche mese fa. Ora invece siamo a un punto in cui tutti tirano l'acqua al proprio mulino".

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