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Dani Alves sontuoso, Strakosha fa “Superman”. Lulic impalpabile

La vittoria della terza Coppa Italia consecutiva da parte della Juventus porta la firma di Dani Alves e Bonucci ma è il brasiliano il vero protagonista. Bene Strakosha e Marchisio. Dietro la lavagna Lulic, Rincon e Wallace.
A cura di Vito Lamorte
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Per la prima volta nella storia della Coppa Italia una squadra vince tre volte consecutivamente il trofeo: la Juventus, grazie alla vittoria sulla Lazio per 2 a 0 nella finale dell'Olimpico, è riuscita in questa impresa e mette in bacheca il suo dodicesimo "torneo della coccarda" portando a casa il primo trofeo stagionale. I ragazzi di Allegri hanno riscattato la sconfitta contro la Roma mostrando voglia di vincere e una discreta condizione fisica, soprattutto in alcuni uomini. La squadra biancoceleste ha provato a giocarsela contro la corazzata bianconera ma non è riuscita a scalfire la difesa della Juventus.

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Simone Inzaghi schiera la sua squadra con il 3-5-2: Bastos, de Vrij e Wallace a difesa di Strakosha con Basta e Lulic laterali a tutta fascia. In mediana si muovono Parolo, Biglia e Milinkovic-Savic mentre davanti ci sono Immobile e Keita, che ha vinto il ballottaggio con Felipe Anderson. Massimiliano Allegri manda in campo i suoi con un 3-4-2-1 che vede la solita difesa composta da Barzagli, Bonucci e Chiellini, Dani Alves e Alex Sandro si muovono sulle fasce con Marchisio e Rincon a fare da frangiflutti a centrocampo. Dybala e Mandzukic giocano alle spalle di Gonzalo Higuain. In porta gioca Neto, numero uno di coppa.

La squadra bianconera, dopo un iniziale spavento per il palo colpito da Keita, si porta subito sul doppio vantaggio e amministra in maniera tranquilla per tutto il primo tempo. L'ingresso di Felipe Anderson ha portato la Lazio al cambiamento di modulo e ad una maggiore pericolosità da parte degli uomini di Simone Inzaghi ma manca la cattiveria e la precisione sotto porta. La differenza questa sera l'hanno fatta proprio le fasi difensive delle due formazioni: una concentrata, precisa e sempre sul pezzo, l'altra un po' leggera e poco determinata.

I migliori

Dani Alves. È l'uomo più in forma della squadra bianconera e nelle ultime settimane è decisivo anche in zona goal: il brasiliano è andato in rete ben tre volte nelle ultime 5 partite e si conferma uomo da partite importanti. Alla sua trentesima finale cerca e trova un bel goal al volo ed è sempre importante per lo sviluppo del gioco juventino e nella fase difensiva. Determinante.

Thomas Strakosha. Il portiere è decisivo in diverse situazioni con parate importanti su Dybala e Higuain. Riesce a tenere viva la fiammella della speranza ma non può nulla in occasione dei due goal. Impavido.

Claudio Marchisio. La manovra bianconera passa dai suoi piedi e lo spazio che la Lazio gli concede lo agevola. Il centrocampista torinese ha perso la maglia da titolare nel nuovo modulo ma si fa sempre trovare pronto e dimostra di essere un calciatore importante per la Juventus.

Leonardo Bonucci. È il leader difensivo della Juventus e quando il gioco parte da dietro è sempre il primo a toccare la palla. Realizza la rete del raddoppio e riesce a tenere la concentrazione alta dei suoi compagni di reparto.

Felipe Anderson. Porta brio alla sua squadra dopo un abbassamento del ritmo di gioco nel finale di primo tempo: un tiro dal limite e un paio di dribbling interessanti non bastano per mettere paura e pressione alla difesa della Juventus.

I peggiori

Senad Lulic. Si perde Dani Alves in occasione del primo goal e non riesce mai a contenere il laterale brasiliano. Non lucidissimo nelle scelte in impostazione e sempre saltato dal diretto avversario. Impalpabile.

Tomás Rincón. Non è mai preciso nell'impostazione e con dei passaggi poco decisi innesca due ripartenze della Lazio. Allegri manda in campo il venezuelano a causa della squalifica di Pjanic e dell'infortunio di Khedira ma non ripaga la fiducia. Sottotono.

Wallace. Sempre in ritardo nelle chiusure e poco concentrato in diverse situazioni: il brasiliano ha dei clienti difficili da contenere ma ci mette molto del suo e va spesso in difficoltà.

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