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Damiano Tommasi (Aic) contesta il ‘salary cap’ della Serie B

Quando è stata accettata la nuova norma tutti erano soddisfatti di un passo in avanti verso la salvezza del calcio contro gli sprechi. Oggi però scende in campo l’Assocalciatori con il suo Presidente, contrario al tetto salariale.
A cura di Alessio Pediglieri
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Sembrava potesse essere un primo passo verso il nuovo corso del calcio italiano, una via costruita sulla morigeratezza e sul contenimento dei costi. E invece si è trasformato nell'ennesimo motivo di scontro verbale fra le categorie del nostro movimento. Il ‘salary cap' che la serie B ha varato per il prossimo anno è il nuovo nodo del contendere, tanto che si sta aprendo in queste ore una serie di critiche verso la scelta promossa da Abodi e dalla categoria cadetta.

Ad alzare il tono della discussione ci ha pensato l'Assocalciatori che contesta apertamente il tetto salariale. La norma prevederà 150mila euro lordi da dare ad ogni tesserato che comprende la parte fissa e altrettanti per quella variabile. La Serie B introdurra' il tutto da luglio per i nuovi contratti dei giocatori che disputeranno il torneo cadetto.
"Mi viene da dire che ‘B' sta per badante, perche' segue passo passo i presidenti – ha ironizzato oggi il presidente dell'Aic Damiano Tommasi – Questa norma avra' effetti contrari a quelli voluti, penalizzando i club finora piu' attenti alla sostenibilita'. E i giocatori sceglieranno altre categorie o altri Paesi".

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