Dallo scudetto a Berlino, per la Juve è comunque una stagione di successo
E' stato indubbiamente l'anno magico della Juventus e di mister Max Allegri. La sconfitta nella finale di Champions non cambia il giudizio. Non solo per ciò che il club bianconero è riuscito a compiere ma per come ci sia riuscito. Da un passo dal baratro (l'addio di Conte) al trionfo e alla gloria, passando attraverso la paura di veder vanificato tutto ciò che di buono era stato fatto nelle tre precedenti annate vedendo in panchina il vecchio (e odiato) rivale rossonero. E invece i tifosi juventini ricorderanno l'attuale come una delle più esaltanti stagioni mai vissute e, sotto certi aspetti, anche sorprendenti di tutta la storia del club sabaudo. La Juve veniva già da tre scudetti consecutivi e da numerosi record con Conte e, almeno in ambito nazionale, la concorrenza era già ridotta al lumicino, però quello che ha fatto la squadra di Allegri quest'anno è qualcosa di raro, sia in Italia che in Europa.
Da Conte ad Allegri
Se il buon giorno si fosse dovuto vedere dal mattino, l'anno della Juve doveva essere un anno da dimenticare il prima possibile. La partenza era stata difficile, con le dimissioni improvvise di Conte per evidenti frizioni e diversità di vedute con la dirigenza e l'altrettanto improvviso avvento di Allegri mal sopportato dai tifosi: "È stato un fulmine a ciel sereno quando mi hanno chiamato. Eredito una squadra che ha vinto per tre anni, ma sono qui per mettermi a disposizione della società e cercare di contribuire a continuare a vincere" dirà Allegri, tra la diffidenza generale. Ma tutte queste difficoltà sono svanite come neve al sole dopo che il tecnico di Livorno ha ottenuto libertà di gestione da parte della dirigenza e ha potuto lavorare con tranquillità trovando cammin facendo anche la più totale disponibilità dei giocatori. Tutti, anche quel Pirlo che venne accantonato proprio dall'allenatore toscano ai tempi del Milan e che rappresentava un'ulteriore esame di prova per tutti.
Il deludente precampionato
Per quanto un’amichevole non faccia primavera, il primo test stagionale sembra dare ragione ai contestatori: i campioni d’Italia vengono sconfitti per 3-2 dai dilettanti del Lucento. Cinque giorni più tardi, nel «Memorial Edmeo Lugaresi», a Cesena finisce solo 0-0 contro i padroni di casa e i tifosi rimangono sul piede di guerra. Il primo successo arriva in un’amichevole a Giakarta, contro una selezione All Stars indonesiana: 8-1 il 6 agosto. La macchina bianconera inizia a carburare: seguono quattro successi in altrettanti confronti prima contro una selezione All Stars australiana (2-3), poi contro i Newcastle Jets (0-1), contro una selezione di Singapore (0-5) e contro la Primavera (6-1) nella tradizionale partita a Villar Perosa.
Il film del successo tricolore
PRONTI, VIA ED E' SUBITO JUVE – Il 23 agosto la Juventus partecipa, a Reggio Emilia, al trofeo Tim contro Milan e Sassuolo e sono emozioni agrodolci: viene battuta 1-0 dai rossoneri, si impone con lo stesso risultato contro i neroverdi. E' l'ultimo giro di orologio prima dell'attesissimo debutto in campionato, ma la partenza è positiva: la Juventus si impone sul Chievo per 1-0 con uncolpo di testa dopo 6’ di Martin Caceres. Il 13 settembre il debutto casalingo in campionato: contro l’Udinese va a segno Tevez per la prima volta dopo solo 8’ minuti. L'Apache replica alla 3a giornata: Allegri torna a San Siro, contro il Milan, sulla panchina della Juventus e i bianconeri si impongono con una rete dell'argentino. E' il primo fiore all'occhiello del tecnico: la prima rivincita è compiuta.
SCACCO ALLA ROMA TRA VIOLINI E POLEMICHE – Alla quarta giornata sale in cattedrà Re Artù: una doppietta di Vidal consente alla Juventus di portarsi in vantaggio sul Cesena allo Stadium, con un match che finirà 3-0. Dopo il successo a Bergamo, il big match è servito alla sesta: il 5 ottobre a Torino arriva la Roma, co-capolista con 5 vittorie fin qui. Tevez apre le marcature su rigore al 27’ concesso per un mani di Maicon mentre Garcia suona il famoso violino. Uno due dei giallorossi e ancora l'Apache trova il 2-2 dal dischetto dopo un rigore (contestato) su Pogba. Fino all'apoteosi bianconera: all’86’ Bonucci regala alla Juventus il nuovo vantaggio definitivo per 3-2. Ma non mancano le polemiche per Vidal, in posizione di offside passivo, che sembra ostacolare Skorupski. E' il primo +3 dai giallorossi.
SASSUOLO E SAMP, I PRIMI PAREGGI – Dopo sei vittorie consecutive (e una serie di 13 successi compreso il campionato precedente) e il primato in classifica già senza discussioni il 18 ottobre arriva la prima frenata bianconera: solo 1-1 a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Ma non c'è timore di alcun calo: alla 9a cade il Palermo allo JStadium, poi tocca all'Empoli al Castellani, quindi il Parma che ne riceve 7 di gol prima di sbancare con 3 reti l'Olimpico biancoceleste. Anche il Derby ha il solito padrone: 2-1 bianconero con la rete vittoria di Pirlo all'ultimo respiro. Apoteosi prima dello 0-0 di Firenze dove la Juve tira il fiato restando sempre in vetta. Il primo stop interno lo impone la Samp di Mihajlovic per 1-1: dopo 25 vittorie consecutive allo JStadium, i bianconeri cedono al pareggio. Ma prima della sosta invernale la marcia riprende con il successo a Cagliari. Con il 2015 non cambia la musica: 1-1 alla 17a contro l'Inter in casa e poi vittoria al San Paolo contro il Napoli per 1-3 chiudendo in bellezza il girone d'andata con il poker contro il Verona.
LA PROSPETTIVA DI GALLIANI – Alla 22a Allo Stadium il 7 febbraio arriva il Milan. La Juventus passa in vantaggio al 14’ con una splendida cavalcata di Tevez. Secondo il Milan la partenza dell’argentino è in fuorigioco e i rossoneri contestano anche il fotogramma Sky che mostra come sia in posizione regolare: "Secondo voi nel fermo immagine tv prodotto dalla Juventus, le due linee sono parallele? Per noi no", è la domanda posta con un tweet. Che scatena le ironie della rete e la Juventus festeggerà un importante 3-1. La cavalcata bianconera conosce un'altra battuta d'arresto a Cesena: 2-2. Ancora una volta, però, la Roma non riesce a vincere: 0-0 in casa contro il derelitto Parma e resta il -7 costante che diventaun +9 alla 24a giornata. Un vantaggio enorme quando la Juventus il 2 marzo scende a Roma, senza Pirlo per il ritorno della partita dei veleni. A farsi carico delle punizioni pensa Tevez, e l’esito non cambia: bianconeri in vantaggio al 64’. La Roma pareggerà al 78’ con Keita: distacco invariato a 9 punti.
PARMA E TORINO, DUE STOP IMPREVISTI – Sassuolo, Palermo, Genoa: altre tre vittorie di misura. Schiacciata tra la semifinale di ritorno di Coppa Italia (vittoria per 0-3 a Firenze e qualificazione) e il futuro quarto di finale di Champions League contro il Monaco, la Juventus l’11 aprile si distrae. In casa perde contro il Parma. Mauri regala così al quasi retrocesso e quasi fallito club ducale una vittoria di prestigio al 60’. La Roma pareggia con il Torino e guadagna un solo punto, a -13. Ne approfitta, quindi, la Lazio che annienta l’Empoli e si porta in seconda posizione a -12. Poi contro la Lazio altra vittoria di prestigio prima del secondo scivolone: contro il Torino. A vincere la stracittadina, per la prima volta dopo 20 anni, sarà però il Torino, che pareggia al 45’ con Darmian e passa al 57’ con Quagliarella. Per la squadra di Allegri stop in campionato, che non fa male: la Roma alla vigilia ha perso contro l’Inter (e resta a -15), mentre la Lazio è stata fermata in casa dal Chievo (-14).
IL TRICOLORE – Alla 33a giornata arriva il quarto tricolore. Dopo essere andata sotto di un gol per il rigore di Rodriguez al 33’, la Juventus trova l’1-1 con Llorente al 36’. Lo spagnolo svetta e colpisce di testa. Al 67’ la Fiorentina avrebbe l’occasione di pareggiare di nuovo, sempre dal dischetto, con Rodriguez ma questa volta il difensore, per cercare di superare di nuovo Buffon, manda a lato. L’Apache firma poi il 3-1 al 70’. Nel frattempo la Lazio vince 4-0 sul Parma e rimane a -14 con ancora 15 punti a disposizione (e la Roma batte 0-3 il Sassuolo) rimanendo a -15: visto il vantaggio negli scontri diretti alla Juventus basta un punto per laurearsi matematicamente campione
La tattica vincente di Allegri
Il capolavoro tattico di Allegri c'è stato quando ha mutato in corsa e non subito, il modulo di Antonio Conte, senza scossoni o rivoluzioni. E' passato dal precedente 3-5-2 al 4-4-2, più consono alle proprie corde e allo scenario europeo. Il 3-5-2 è stato comunque conservato per affrontare solo certe partite o per mutare tatticamente alcune gare bloccate.Questo aspetto ha reso più duttile e imprevedibile la squadra anche nel cambio di alcuni giocatori, quando infortuni, squalifiche e cali di forma hanno obbligato Allegri a cambiare in corsa. E in più, puntando più sul gioco e meno sulla corsa, il nuovo tecnico ha fatto rifiatare la squadra e ha dato più libertà tattica a certi giocatori.
Il buon rendimento di molti giocatori
In tutto questo non bisogna dimenticare anche una delle migliori stagioni in assoluto di Carlos Tevez, la costanza a centrocampo di Marchisio, la saggezza e le parate di Buffon, il temperamento di Chiellini e i gol di Bonucci. In più ha contribuito il grande inizio di campionato di Pogba, prima dell'infortunio e l'esplosione di Morata che ha spodestato Llorente e l'innesto di buone riserve come Pereyra, Coman e Sturaro. Senza dimenticare che la Juve ha dovuto rinunciare per buona parte della stagione a Pirlo e a Barzagli, due titolari molto importanti; e Vidal, reduce da un infortunio, che ha impiegato molto tempo per ritornare in forma.