9 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Dalla zona retrocessione alla Supercoppa di Doha: lo strano 2016 di Montella

Il tecnico di Pomigliano d’Arco nel giro di 6 mesi è passato dagli scontri diretti per la salvezza con la Sampdoria alla finale di Doha vinta con il Milan. Montella ha creato un impianto di gioco molto preciso e la sua squadra sa sempre quello che deve fare, nonostante la presenza di tanti giovani tra i titolari.
A cura di Vito Lamorte
9 CONDIVISIONI

Un 2016 molto particolare per Vincenzo Montella. Il tecnico campano ha riportato un trofeo nella bacheca del Milan dopo 5 anni ma fino a qualche mese fa, quando era allenatore della Sampdoria, si giocava la permanenza in Serie A. La Supercoppa Italiana vinta contro la Juventus a Doha è una bella iniezione di fiducia per una squadra che a luglio era partita con molti dubbi e perplessità che ora si stanno tramutando in certezze con l'andare avanti della stagione. Uno dei punti fermi di questo nuovo corso rossonero è proprio il tecnico di Pomigliano d'Arco, che sta diventando sempre più leader e trascinatore della sua squadra. L'ex allenatore della Sampdoria e della Fiorentina ha preso in mano una squadra che veniva da un deludente settimo posto e ora sta lottando per un piazzamento in zona Uefa.

Immagine

L'Aeroplanino è approdato il 7 luglio scorso al Milan e da uomo di buon senso ha capito che fra i suoi obiettivi, soprattutto a breve termine, c'era quello di ricostruire una mentalità vincente e soprattutto dare un’anima a un collettivo che in passato aveva manifestato fragilità evidenti. Cinque mesi e mezzo dopo il tecnico campano ha certamente centrato l’obiettivo principale, ovvero ridare compattezza e consapevolezza nei propri mezzi a una squadra sfiduciata.

‘Montella è arrivato a Milanello come cultore del bel gioco e del possesso palla e da quando è stato presentato ha fatto pochi proclami e lavorato tanto sul campo dando un’identità alla squadra che prima si limitava a vivacchiare sulla giocata del singolo. L'ex attaccante della Nazionale ha capito subito che non aveva in rosa i centrocampisti capaci di fare il palleggio, che aveva fatto la fortuna della sua Fiorentina, e ha puntato su un manovra che si sviluppa in verticale: ha forgiato il suo apparato tattico su un 4-3-3 capace di valorizzare soprattutto gli esterni offensivi e su una compattezza data dalla vicinanza tra i reparti. La crescita esponenziale di Suso, la consacrazione di Bonaventura e il  rilancio di elementi come Paletta, Bertolacci e Pasalic sono da annoverare tra i meriti del tecnico campano che ha mostrato l’elasticità mentale, l’intelligenza e l’autorevolezza di chi è in grado di portare una squadra in alto anche senza grandi nomi.

Il Milan di Vincenzo Montella.
Il Milan di Vincenzo Montella.

La vittoria con la Juventus, arrivata in una gara secca, può essere un punto di partenza importante per una squadra formata da tanti giovani che hanno bisogno di sentire fiducia intorno per poter lavorare bene. Pochi possono vantare un nucleo di italiani così forte come quello presente nella rosa del Milan e questo è un punto di partenza importante per il futuro: se il closing della società viene posticipato di volta in volta e il mercato che sta per aprirsi sarà, ancora una volta, al risparmio, c'è la percezione che questi ragazzi in maglia rossonera possano far parlare di loro nei prossimi anni.

9 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views