DA ZERO A DIECI di Manuel Parlato – Giornata 37 Serie A
Tutto fatto, o quasi. Sentenze definitive, salvezze strappate, retrocessioni clamorose nel purgatorio della B, qualificazioni insperate nell’Olimpo della Champions. Andiamo con ordine. Partiamo con la notizia della giornata, ovvero di una condanna che ha del clamoroso, un verdetto incredibile e doloroso. La Sampdoria tra le lacrime del suo coraggioso capitano Palombo e quelle del popolo blucerchiato scivola in B, affossata in casa dal Palermo, ma soprattutto da chi ha avallato le cessioni a gennaio di Cassano e Pazzini, non rimpiazzandoli con giocatori in grado di non fa sentire la loro mancanza. Da un sogno quello di inizio stagione dei preliminari di Champions fino ad un incubo, si tratta di una tra le più beffarde ed amare retrocessioni mai viste nella storia del nostro campionato.
Un punto doveva essere ed un punto è stato per la storica qualificazione del Napoli in Champions, direttamente senza passare per i preliminari, e per l’Inter seconda matematicamente. Udinese e Lazio si giocheranno fino all’ultimo respiro il quarto posto utile per entrare in Champions passando dalla porta secondaria dei preliminari. Applausi per il Lecce che festeggia la salvezza espugnando il campo del Bari in un derby vero. Salvo matematicamente anche il Cesena con la vittoria sul Brescia.
La Roma cade a Catania e lascia ancora in dubbio l’ultimo posto utile per l’Europa League, nonostante la Juventus abbia incassato l’ennesima sconfitta di una magra stagione in quel di Parma. Per vedere i bianconeri in Europa comunque occorrer un mezzo miracolo considerato che la Roma dovrebbe perdere in casa con la Samp già retrocessa, e la Juve dovrebbe battere il Napoli. Miracoli ed interventi provvidenziali a parte, questa Juventus è davvero da rifondazione generale, dalla testa ai piedi, ovviamente passando per la panchina.
Che bello vedere un coraggioso capitano versare lacrime vere e sincere sotto una curva che lo applaude nonostante una tra le più incredibili retrocessioni della storia del nostro campionato. Una scena che riconcilia i fans con il calcio vero e genuino, quello che piace a tutti, amarezze a parte.
Due gol in un derby che vale la salvezza matematica sono ricordi da incorniciare tra i momenti più belli di una carriera calcistica.
Il Cesena è salvo matematicamente con una giornata di anticipo grazie al suo brillante lavoro che ha il sapore di un mezzo miracolo.
Ancora lui, ancora contro la Juventus, la sua ex squadra. All’andata così come al ritorno, castiga questa volta pesantemente i bianconeri condannandoli quasi certamente a guardare le partire europee della prossima stagione in tv.
Vincono entrambi contro Chievo e Genoa e fino alla fine si giocheranno l’ultimo posto utile per la Champions League.
Neppure una festa storica come la qualificazione diretta in Champions League riesce a far chiarire una volta e per sempre la diatriba sul futuro dell’allenatore.
Si pensava che potesse essere l’allenatore anche del futuro e non solo un semplice traghettatore, ma i numeri sono contro di lui.
Contestano la squadra ingiustamente, visto che quella che ha iniziato il torneo non è la stessa rispetto a quella di questo assurdo finale di campionato.
Perde malamente in casa anche nel derby tanto atteso dai tifosi biancorossi dopo una settimana di contestazioni e pressioni per una retrocessione quasi annunciata.
Perde ancora e la Juve rischia di restare fuori dall’Europa. Per trovare una gestione peggiore bisogna tornare indietro nel tempo ed andare a quella targata Maifredi che non riuscì neppure a qualificarsi per la coppa che allora si chiamava Uefa.
Le scelte scellerate a gennaio, quelle di cedere Pazzini e Cassano e soprattutto di non sostituirli degnamente hanno decisamente contribuito ad affondare una squadra e l’altrà metà di una città passata dal sogno Champions dell’estate scorsa ad una retrocessione che ha dell’incredibile.