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Da San Siro al San Paolo: vengo anch’io, no… tu no

Derby mediocre tra Milan e Inter. Mancini non ha la bacchetta magica (e si vede). A Napoli Zeman ‘sfotte’ Benitez e lo spagnolo s’infuria. Partenopei bloccati in casa dalle solite pecche, perdono una buona occasione per guadagnare terreno e restare agganciati alle prime.
A cura di Maurizio De Santis
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Non ha la bacchetta magica. E si vede. D'accordo, Mancini ha avuto poco tempo a disposizione per plasmare la squadra che Mazzarri e questioni di bilancio gli hanno lasciato in eredità. D'accordo, s'è trovato a lavorare con giocatori che non ha scelto lui. D'accordo, Palacio non è al top della condizione e Icardi non è in serata di grazia. D'accordo, Hernanes non ce la fa ancora a reggere il ritmo partita. D'accordo… se Maurito avesse fatto gol. D'accordo… e quasi ti sembra d'ascoltare i dolori del giovane Walter, salutato dalla San Siro nerazzurra con tanti ‘meme' e bordate di fischi. L'Inter vista all'opera contro un Milan modesto, ordinato e grintoso come chiedeva Inzaghi, è davvero poca cosa. Ma questo lo sapevamo già. Ha ragione il ‘Mancio' quando dice "lottare per il terzo posto un po' deprime", perché se a tirarti fuori dai guai è Obi (che in campo finora c'è andato a spizzichi e bocconi) ed El Shaarawy ti grazia a pochi metri dalla porta (traversa piena) allora puoi anche sorridere, la buona stella non ti ha abbandonato del tutto. Thohir tira un sospiro di sollievo: perdere il derby, dopo aver esonerato un allenatore al quale aveva accordato fiducia fino al giorno prima, è anche peggio del fuoco di fila della Uefa che passa al dettaglio i conti del club. ‘Mancio' rimandato, Torres bocciato. Altro che ‘nino', l'ex attaccante del Chelsea è l'ombra del calciatore che tremare il mondo faceva e buttava giù le difese a cannonate. Adesso lo vedi vagare da una parte all'altra, quasi infastidito dal ‘falso nove' (Menez, autore del momentaneo vantaggio rossonero) che Super Pippo ha scelto da tempo, e capisci perché Mourinho se n'è liberato. Questo passa il convento: un ex campione sul viale del tramonto preso a prezzo di costo.

Vengo anch'io. No, tu no. Juve e Roma a braccetto: l'una vince, l'altra risponde alla sua maniera. La corsa scudetto è cosa loro, anche la zona Champions (il secondo posto) sembra affare ristretto. Difficile che il Napoli di Benitez – di nuovo ‘piccolo' con le piccole – riesca a insidiare i giallorossi che tra palco (di Coppa) e realtà (la dimensione di comprimari in A) le cantano e le suonano alle dirette concorrenti per l'Europa che conta. Al San Paolo la rapsodia boema fa da colonna sonora agli errori macroscopici commessi dalla squadra contro il Cagliari: 3 volte in vantaggio, 3 volte raggiunta… quanto basta perché il serafico Rafa perda la pazienza. Sin prisa, sin pausa (senza fretta ma senza sosta) va a farsi benedire e lo spagnolo sbotta: "Zeman? Pensi alla sua squadra". Al suo Napoli manca un regista, dice Zdenek. Al suo Napoli mancano la ‘cazzimma', i punti sprecati. E allora… vengo anch'io. No, caro Napoli, tu no. Non ancora.

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