Da Mazzone sotto la curva al dito medio di Delio Rossi: storie di eccessi in panchina
Correva l'anno 2001, mese di settembre, derby infuocato tra Brescia e Atalanta con i padroni di casa che si ritrovano sotto 3-2 dopo essere stati in vantaggio con una doppietta di Roby Baggio. In panchina per le Rondinelle c'è Carletto Mazzone, frizzante tecnico rimano che vive la sfida in modo particolarmente caldo. Tanto che, quando al 92′ un'autorete di Rinaldi riporta il risultato sul 3-3 il tecnico del Brescia si esibisce in una fenomenale cavalcata a tutto campo andando sotto la curva orobica che per tutto il tempo aveva irriso lui e il Brescia, ad esultare come un capo ultrà. Una ‘galoppata' che è diventata epica e la madre di tutte le reazioni di tecnici e dirigenti divenuti improvvisamente tifosi e ultrà.
Le manette e il ‘tre' di Murinho – Da quel gesto di Mazzone (che poi si scusò sempre rivendicando però il suo diritto ad averlo fatto sotto tranche agonistica) sono passati più di dieci anni e si sono moltiplicati i gesti più o meno eclatanti che hanno coinvolto dirigenti e allenatori, ‘travestiti' da ultrà. Per restare tra i più classici gesti che hanno fatto storia, non si possono dimenticare le ‘manette' di Josè Mourinho in quell'epico 20 febbraio 2010 quando l'Inter rimase in nove contro la Sampdoria per le espulsioni di Samuel prima e di Cordoba poi. Lo Special One sul finire del primo tempo si alzò dalla panchina si rivolse all'arbitro Tagliavento e simulò il gesto dei polsi incrociati a favore di telecamere e di un San Siro infuocato. Una protesta che ha ‘segnato' il nostro calcio tanto che nella sfida scudetto a Siena, anche il presidente Moratti, festeggiando con i tifosi nerazzurri, rifaceva il gesto di Mourinho quale simbolo della vittoria interista contro i ‘poteri' del Palazzo. E su Mourinho ci sarebbe un'enciclopedia di gesti, frasi e parole che scatenavano polemiche ogni qualvolta il portoghese desiderava innalzare l'attenzione dei media su di sè. Come quando, già al Real Madrid, lo stesso Mourinho nel novembre del 2010 si presentò a San Siro per la sfida Champions conro il Milan e "salutò" i tifosi rossoneri con il segno delle tre dita, che rappresentavano il ‘triplete' nerazzurro, a risposta degli scherni che arrivavano dagli spalti.
L'ira funesta di Conte e di Pulvirenti – Dalle ‘intemperanze' più colorite e divertenti, a quelle meno giustificabili il passo però è stato breve. Soprattutto in queste ultime stagioni è successo un po' di tutto, tra polemiche, insulti, aggressioni e gesti a volte davvero inconsulti. Così, la ‘carrellata' è ricca e ben fornita. Iniziamo da Antonio Conte, vulcanico tecnico bianconero che spesso a bordo campo entra in tranche agonistica trasformandosi in un vero e proprio tecnico-tifoso che vive visceralmente la partita e tutto ciò che vi accade. Memorabili alcune sue esagerazioni, come la ‘sfuriata' nella sala stampa dello Juventus Stadium a fine Juve-Nordsjaelland con i bianconeri ad un passo dall'eliminazione e l'esultanza di qualche giornalista al gol all'ultimo minuto del Chelsea che complicava il tutto. "Chi è quella m… che ha esultato?" aveva sbottato il tecnico juventino ricordando che i giornalisti erano ‘ospiti' in casa bianconera e doveva rispetto a squadra e ambiente. O, più recentemente, nell'ottobre del 2012 in quel Catania-Juventus in cui si è assistito di tutto. Gervasoni annulla un gol regolare di Bergessio dopo che tutta la Juve aveva circondato assistenti e arbitro, per poi convalidare il gol a Vidal (in fuorigioco) scatenando la furia di Pulvirenti. Il presidente del Catania che in conferenza stampa esagerò i toni rispondendo con parolacce e cattivi pensieri alle domande dei giornalisti. Juventus ancora protagonista, poi ancora una volta, nel dopo Juventus-Genoa, nell'ormai famoso ‘vergogna' di Conte all'arbitro Guida e delle parole di Marotta che costarono 2 giornate di squalifica al tecnico e un'inibizione fino a metà febbraio per il dirigente bianconero. Parole pesantissime seguite ai fatti sul campo che scatenarono settimane di polemiche.
Delio Rossi: gli schiaffi e il dito medio – Fino all'ultimo gesto, maleducato e provocatorio di Delio Rossi in Sampdoria-Roma.
Proprio lo stesso tecnico che ai tempi della Fiorentina, l'anno scorso si macchiò dell'aggressione in panchina a Ljajic , reo di aver risposto alle parole dell'allenatore che per tutta risposta prese a schiaffoni il giovane giocatore viola. Episodio che portò la Fiorentina a sollevare dall'incarico Rossi che provò a scusarsi e a giustificare il proprio inqualificabile gesto. Come l'ultimo, in Samp-Roma, col dito medio mostrato a Burdisso che lo insultava e uscendo dal campo, incitando come un capo-ultrà il pubblico blucerchiato festante per la bella vittoria sul campo.