Da Ibra a Carini-Cannavaro: traditori, pacchi, campioni tra Juve e Inter
Inter e Juventus negli anni hanno dato vita ad una rivalità sportiva davvero entusiasmante con sfide epiche che hanno segnato la storia del nostro paese e del nostro movimento calcistico. Gol, azioni spettacolari, storie, fenomeni in campo, stadi, ricordi, voci ed un palmares così fitto da far nascere, grazie a Gianni Brera, la locuzione che meglio esprime il tono ed il lignaggio di questo incontro: “Derby d’Italia”. Antagonismo, concorrenza spietata fra società che, nei loro 109 anni di “convivenza”, hanno raramente ceduto un calciatore all’altra. Una sorta di spionaggio industriale ante litteram scandito appena da 26 trasferimenti complessivi.
Una breve lista di “traditori” o molto più semplicemente di professionisti che hanno saltato il fosso passando nella trincea rivale e che, spesso, ha visto prevalere, in termini di rendimento e riuscita dell’acquisto, l’Inter rispetto alla Vecchia Signora. In questo particolare contesto, vediamo i 5 migliori trasferimenti fra i due club.
Zlatan, da sogno juventino a colonna nerazzurra
Giunto in Italia nel lontano 2004 proprio alla Juventus alla corte di Capello il talento svedese sarà una delle colonne poi della rinascita nerazzurra al termine di Calciopoli. Una storia mai dimenticata da parte dei tifosi bianconeri che avevano affidato all’ex Ajax il proprio affetto e la propria ammirazione per un ragazzo dallo sconfinato talento e dal carattere che, senza soluzione di continuità, ispira odio o, molto spesso, amore ed empatia. Due scudetti (di cui uno revocato ed uno assegnato all’Inter), 6 assist vincenti e 26 reti totali in 92 partite a Torino furono l’eredità lasciata in città dallo svedese prima di approdare, nell’estate del 2006 per 24.8 milioni di euro, agli odiati rivali dell’Inter. In maglia nerazzurra, quella per intenderci, dei nemici giurati, arriverà poi la definitiva consacrazione oltre a 3 scudetti e 2 Supercoppe Italiane conquistate per merito dei suoi 66 gol in 117 gare con i meneghini. Un rendimento notevole che fece godere ancora di più i tifosi del biscione vincenti, ai danni della Juve, proprio con un loro ex beniamino.
Vieira accetta l’Inter dopo Calciopoli
Un passato al Milan e poi un percorso netto fatto di successi e fama con l’Arsenal come importante retaggio per Patrick Vieira prima di diventare juventino nel 2005. Un’avventura, quella in bianconero, importante che rese ancor più forte quella corazzata smantellata dopo Calciopoli ma che, nella finale dei mondiali di Berlino del 2006, vedeva riconosciuta la sua forza con ben 8 tesserati bianconeri sui 28 scesi in campo. Uno scudetto revocato e poi assegnato all’Inter più la possibilità, a 30 anni nel pieno della carriera e dopo i grandi palcoscenici calcati, di finire in Serie B con, in aggiunta, la spietata corte dell’Inter furono fra i motivi che convinsero il transalpino a commettere la “grande offesa” e vestire nerazzurro. Una maglia poi onorata per quattro lunghi anni con 67 presenze, 6 segnature e ben 3 scudetti e 2 Supercoppe italiane vinte. L’ennesimo affare, in concomitanza dei gravi problemi juventini, per l’Inter dell’allora presidentissimo Moratti che, sgarbo su sgarbo, pagò il calciatore 8 milioni in meno di quanto fatto 365 giorni prima dalla Juve.
Cannavaro-Carini, lo “sgambetto” juventino all’Inter
Nel novero delle trattative intercorse fra queste due squadre un colpo importante inferto dalla Juventus all’Inter fu quello per Fabio Cannavaro nel 2004. E sì perché se finora abbiamo parlato degli “scippi” dei “ratti” operati dai nerazzurri ai danni dei bianconeri, ricordiamo ora quell’incredibile scambio Carini–Cannavaro operato dalle due compagini 13 anni fa. Nell’agosto del 2004, infatti, dopo due anni vissuti in chiaroscuro a Milano da parte dell’ex capitano della nazionale, peraltro approdato all’Inter come risposta di mercato di Nesta al Milan nel 2002, la Juventus, fiutando l’affare, diede il promettente portiere uruguaiano Carini all’Inter in cambio alla pari del centrale napoletano. Un’impresa ben riuscita che fece alzare più di un sopracciglio ai tifosi interisti negli anni successivi nei quali Cannavaro diresse prima la retroguardia bianconera, poi quella della vittoriosa Italia di Lippi fino al Pallone d’oro ed al passaggio al Real Madrid.
Peruzzi, leggenda bianconera e comparsa interista
Non uno sgarbo e nemmeno un pacco rifilato all’avversario di sempre, Angelo Peruzzi rappresenta un calciatore fortissimo che ha subito, in due occasioni, un trattamento non proprio positivo per le compagini che lo hanno ceduto, così, a cuor leggero. E sì perché il portiere plurititolato in bianconero (11 trofei con la Juve e l’ultima storica Champions League nel 1996) nel 1999 dopo oltre 300 presenze con la Vecchia Signora fu ceduto all’Inter per 28 miliardi delle vecchie lire per far spazio all’olandese (poco volante) Edwin Van der Sar. Lo stesso destino, malgrado un ottimo rendimento, che gli riserverà il futuro a Milano con una cessione alla Lazio, dopo un solo anno in nerazzurro, per far posto a Sebastian Frey, rivelatosi poi troppo acerbo.
Edgar Davids, un pitbull in “regalo” all’Inter
Nell’arte delle compravendite non sempre l’acquirente è in grado di riconoscere il talento del cavallo che sta per acquistare. È un po’, in soldoni, quello che è accaduto all’Inter nell’estate del 2004 quando, memori forse del grande rendimento garantito da Edgar Davids in maglia Juve, i dirigenti meneghini decidono di prelevare il cartellino olandese dal club di Torino che, in precedenza, si era già privata del suo calciatore cedendolo in prestito negli ultimi mesi della stagione 2003/04 al Barcellona. Un campanello d’allarme, una sirena che però non fece alzare l’asticella del dubbio all’Inter la quale prese ugualmente il pitbull ex Ajax rivelatosi poi, dopo una singola annata, un autentico flop. Bidone dimenticato in fretta poi, grazie all’arrivo del Tottenham interessato al ragazzo che, proprio in Inghilterra con Spurs, Crystal Palace (una parentesi all'Ajax) e Barnet chiuderà la sua carriera.