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Da Cruijff a Icardi, dal ‘profeta’ al ‘principe’: quando il capitano viene declassato

Mauro Icardi dalla scorsa settimana non è più il capitano dell’Inter per scelta della società e del suo allenatore Luciano Spalletti. Non sono mancate le risposte piccate dell’argentino per un caso spinoso che attende ancora il suo epilogo. Ma non si tratta di un unicum. La storia del calcio infatti, da Cruijff a Giannini da Terry a De Rossi e Montolivo ha visto già diverse volte capitani “declassati” per i più svariati motivi in situazioni che non sempre si sono concluse poi allo stesso modo.
A cura di Michele Mazzeo
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Com’è noto la scorsa settimana l’Inter ha preso un provvedimento forte togliendo la fascia di capitano a Mauro Icardi e assegnandola a Samir Handanovic. Un “declassamento” dovuto alle difficoltà nel rinnovo contrattuale dell’argentino e soprattutto alle costanti critiche espresse pubblicamente dalla moglie-agente Wanda Nara sui social e in tv. L’attaccante classe ‘93 non lo ha accettato di buon grado decidendo di non rispondere alla convocazione di Luciano Spalletti per la gara d’andata dei sedicesimi di Europa League contro il Rapid Vienna del giovedì per poi lamentare un infortunio al ginocchio destro figurando tra gli indisponibili sia per il match di campionato con la Sampdoria che per il ritorno di coppa contro gli austriaci.

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Nonostante la risonanza magnetica voluta dall’Inter non abbia evidenziato variazioni significative rispetto agli esami eseguiti prima dell'inizio della stagione sportiva in corso, il programma riabilitativo concordato con lo staff medico nerazzurro non è ancora terminato e come annunciato da Spalletti “non ci sarà alcuna forzatura sui tempi di rientro” ragion per cui il numero nove di Rosario non farà parte della spedizione meneghina che domani sera affronterà al Franchi la Fiorentina nel posticipo della 25a giornata di Serie A. Un caso spinoso dunque che attende ancora il suo epilogo quello che riguarda Mauro Icardi, ma non unico nel suo genere. La storia del calcio infatti ha visto già diverse volte capitani “declassati” per i più svariati motivi in situazioni che non sempre si sono concluse poi allo stesso modo.

Cruijff e la fascia che mise fine all’epopea del ‘Grande Ajax'

Parlando di capitani “declassati” non si può non pensare immediatamente al leggendario Johan Cruijff che proprio perché gli fu “tolta” la fascia di capitano lasciò la squadra in cui è nato, cresciuto e diventato quello che più tardi sarà riconosciuto come il calciatore europeo più forte del secolo per andare al Barcellona (dove intanto era approdato il suo mentore Rinus Michels) mettendo di fatto fine all’epopea del “Grande Ajax”. In quel caso in realtà però la fascia non gli venne tolta dalla società ma, dato che nel club olandese ogni anno il capitano veniva eletto dai componenti dello spogliatoio, furono gli stessi compagni di squadra a non riconfermarlo come loro leader nonostante li avesse appena guidati alla conquista della terza Coppa dei Campioni consecutiva. Uno smacco che per un calciatore dall’ego smisurato come “il profeta del gol” (o “il Pelé bianco” per dirla alla Brera) non poteva essere digerito in alcun modo se non salutando tutti e cambiando immediatamente aria facendo le fortune del Barcellona.

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La fascia del Principe che costò la panchina a Bianchi

Diverso invece l’epilogo della vicenda che nella stagione 1991/1992 vide il “declassamento” dello storico capitano della Roma Giuseppe Giannini. L’allora tecnico giallorosso Ottavio Bianchi a seguito di un litigio con il centrocampista romano infatti decise di togliere la fascia da capitano al “principe” per assegnarla al tedesco Rudi Voeller fino a fine stagione. In quel caso però ad andare via al termine della stagione fu Bianchi che venne sostituito in panchina dallo jugoslavo Vujadin Boskov, stessa sorte toccò a Voeller ceduto ai francesi dell’Olympique Marsiglia, mentre Giannini rimise al braccio quella fascia che porterà fino al 1996 quando dopo 15 anni di militanza saluterà la sua Roma.

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Terry e la travagliata storia con la fascia da capitano dell’Inghilterra

La storia dei capitani declassati non riguarda però soltanto le squadre di club ma anche le Nazionali. Emblematica è sicuramente la vicenda che ha visto John Terry perdere, riacquisire e pori riperdere definitivamente i gradi di capitano dell’Inghilterra. Nel 2010, infatti, l’allora commissario tecnico della Nazionale dei Tre Leoni Fabio Capello decise di togliere la fascia al centrale del Chelsea e assegnarla a Rio Ferdinand. Il motivo fu lo scandalo che è seguito dopo la scoperta della relazione tra il classe ‘80 di Barkling e Vanessa Perroncel, moglie del suo ex compagno di squadra e di Nazionale, Wayne Bridge. L’anno successivo però Terry si riprese il ruolo di capitano, per poi riperderlo definitivamente nel 2012 dopo una mobilitazione popolare seguita alle accuse di razzismo nei confronti di Anton Ferdinand, fratello di Rio. Dopo quest’ultimo episodio il centrale inglese decise di ritirarsi definitivamente dalla Nazionale.

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De Rossi e il ‘declassamento’ punitivo di Spalletti

Ancora più recenti gli ultimi episodi di capitani declassati, entrambi verificatosi nella nostra Serie A. Il primo vede protagonista, come nella vicenda Icardi-Inter, il tecnico Luciano Spalletti che nel 2016 dopo l’ingenua espulsione rimediata da Daniele De Rossi nel preliminare di Champions League contro il Porto che costò l’eliminazione alla Roma decise di punire il suo centrocampista togliendogli la fascia da capitano per tre gare (nelle quali fu assegnata all’altro romano Alessandro Florenzi) al termine delle quali gli venne però restituita senza che vi siano state ulteriori conseguenze.

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Montolivo, Bonucci e la fascia del Diavolo maledetta

Il secondo invece riguarda il Milan che nel 2017 con l’arrivo della nuova proprietà cinese “costrinse” il vecchio capitano Riccardo Montolivo a cedere la fascia di capitano al neoarrivato Leonardo Bonucci in quel momento considerato il simbolo della rinascita rossonera. In questo caso la scelta non fu di buon auspicio per nessuno dei protagonisti dato che il centrale difensivo dopo un solo anno in rossonero tornerà da figliol prodigo alla Juventus, il centrocampista è rimasto ma da fuori rosa e anche i cinesi, causa insolvenza, hanno dovuto cedere il passo al fondo americano Elliot.

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