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Da Comandini a Obi, i ‘Carneadi’ del derby Milan-Inter

Protagonisti per un match, 3 calciatori che nella storia della stracittadina hanno lasciato il segno e poi sono caduti nell’oblio.
A cura di Salvatore Parente
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Andy Warhol parlava della possibilità, per tutti, di beneficiare di 15 minuti di notorietà. E forse si riferiva proprio a quei “Carneadi” che hanno vissuto il loro momento di gloria nei derby di Milano. Parliamo degli Obi, Comandini o Schelotto che, dopo quegli attimi di fama, hanno incontrato un certo oblio calcistico.

COMANDINI

11 maggio 2001: Comandini show

Per molti interisti, forse addirittura al pari del 5 maggio, quel derby di 15 anni fa è stato una vera e propria “Caporetto” sportiva con un 6-0 che si è impresso come una cicatrice indelebile sulla pelle di ogni tifoso nerazzurro.

Ad aprire quella disfatta ci pensò proprio Comandini promessa milanista e ex attaccante dell'Under 21 di quel Tardelli che, con quei due schiaffi prima di sinistro e poi di testa (su cross del mitico Serginho) ai "cugini" interisti, umiliò in quella tremenda serata. In seguito, un lento e inesorabile declino fra Atalanta, Genoa e Ternana con solo 12 reti in 70 partite ed un mesto ritiro ad appena 29 anni.

Inter vs Milan - Serie A Tim 2012/2013

24 febbraio 2013: l’unica gioia del “Galgo” Schelotto

Nel derby di Schelotto, delle strane acconciature (vedi le capigliature dei vari Mexes, Balotelli, El Shaarawy, Boateng e Guarin) e della prima da ex di Balotelli, a siglare la rete del definitivo pareggio, fu proprio quel capellone esterno di fascia arrivato 1 mese prima dall’Atalanta. A rispondere alla rete del Faraone El Shaarawy, in stato di grazia in quella stagione (19 gol in 46 partite), infatti, ci pensò il levriero italo-argentino, "fiore all’occhiello" della sessione invernale del mercato di Branca (con l’ex viola Kuzmanovic), che raccolse di testa un timido cross del giapponese Nagatomo.

Ovazione e gratitudine al Meazza, stima da parte del popolo nerazzurro che, però, dopo quella preziosa gemma nel derby videro progressivamente scomparire quel ragazzo dalla lunga chioma, dal passo veloce e dalla discreta tecnica individuale. Una storia d’amore lunga pochi istanti, un colpo di fulmine brevissimo che scoccò, quasi come un amore estivo, in un secondo tempo di un derby, quasi perso, in una delle stagioni peggiori della recente storia interista (nona a 54 punti).

Milan - Inter

23 novembre 2014: la capriola di Obi

Il 213esimo derby della Madonnina si apre con due squadre “normali”, forse troppo. Due compagini che hanno perso i grandi campioni di un tempo e si sono affidate a giovani di belle speranze o mestieranti del pallone (Essien, Muntari, Torres, Juan Jesus, Dodò o Kuzmanovic). La prima dal ritorno di Mancini all'Inter, la prima stracittadina da tecnico rossonero di Inzaghi. Grandi attese, grandi aspettative ma, la qualità in campo è quella che è e lo spettacolo ne risente eccome. Eppure, la partita, dopo la rete iniziale di Menez e i legni colpiti da Icardi ed El Shaarawy trova un inaspettato protagonista: Joel Chukwuma Obi from Nigeria.

Il centrocampista nerazzurro, ora discreta mezzala del Torino di Mihajlovic dopo la parentesi di Parma, approfitta di una dormita di Essien, sistema il pallone sul sinistro e trafigge l’ex Madrid Diego Lopez: 1-1 a San Siro. Esultanza del pubblico interista, capriola del nigeriano e festa finale. Nel prosieguo della stagione però, il muscolare centrocampista centrale troverà spazio in altre 16 occasioni senza lasciare mai alcuna firma, alcuna traccia indelebile se non quel fendente da fuori area che regalò ai suoi il pari in una freddo derby di una altrettanta fredda serata autunnale.

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