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Cutrone e Bonaventura fanno volare il Milan, si inchina un’ottima Lazio

Il Milan conquista la terza vittoria di fila; non capitava dallo scorso marzo. Cutrone e Bonaventura la decidono nel primo tempo. Si scoprirà dopo che Cutrone la devia col gomito, ma in campo nessuno protesta. L’ultima vittoria esterna dei biancocelesti nella San Siro rossonera in Serie A risale al 1989.
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La rinascita del Milan passa per la conferma delle buone tradizioni. I rossoneri, che con Lazio in casa non perdono dal settembre 1989 in campionato, firmano la terza vittoria di fila come non succedeva dallo scorso marzo. Cutrone, che segna non visto di mano, e Bonaventura esaltano il Milan che ha tirato 54 volte in campionato nelle otto partite della gestione Gattuso, più di ogni altra in Serie A. Il provvisorio pareggio di Marusic serve solo a rinforzare il ruolo della Lazio come miglior attacco del campionato. Ma i biancocelesti, che avevano segnato almeno tre gol in cinque delle ultime sei partite giocate in campionato (fa eccezione nel parziale solo lo 0-0 contro l’Inter a dicembre) incassano la seconda sconfitta esterna dopo quella nel derby giocata per le statistiche nell'Olimpico giallorosso.

Le formazioni

Senza Immobile, Inzaghi mantiene il 3-5-2 che ha reso la Lazio miglior attacco del campionato, con Felipe Anderson in panchina: avanza Luis Alberto accanto a Caicedo. Quando si difende, poi, la Lazio si chiude a cinque. Gattuso propone il 4-3-3 che si articola a centrocampo intorno all'ex Biglia e Kessie, chiamato a pressare sugli esterni a tutto campo della Lazio. Un ruolo, quello delle mezzeali, ancor più importante per non mettere in difficoltà Antonelli e Calabria.

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La sblocca Cutrone

Il Milan, che non vince tre partite di fila da un anno, crea la prima occasione dopo 2′ con la conclusione alta di Suso. Rischia però la difesa rossonera al 7′ sul contropiede lanciato dalla fuga di Luis Alberto, chiuso da Biglia e Calabria, e ancor di più al 9′ sulla palla persa dall'ex capitano biancoceleste. Caicedo, che diventa mobile riferimento offensivo, cerca un tacco di troppo dopo il dialogo nello stretto con Milinkovic-Savic, e la difesa si chiude.

Il ritmo è altissimo, il Milan si distende bene sfruttando gli inserimenti nel corridoio centrale di Bonaventura e Calhanoglu che all11′ va in fuga, favorito dal movimento a uscire di Cutrone che gli libera la visuale della porta. Potente la conclusione da fuori, da applausi la risposta di Strakosha. Son le prove generali del vantaggio. Punizione dal lato corto dell'area di Calhanoglu, Marusic si perde Cutrone che non deve nemmeno saltare per festeggiare il terzo gol in campionato. Piazzata male però la difesa della Lazio che non legge gli smarcamenti dei rossoneri in area: in tanti, compreso Bonucci, rimangono liberi in caso di eventuale respinta corta. Solo dopo si vedrà che in realtà Cutrone la prende col gomito mentre gira la testa in torsione: in campo nessuno protesta.

Pareggia Marusic

Meglio il Milan in avvio. La squadra sta prendendo una fisionomia definita, cresce l'intesa fra Bonaventura e Calhanoglu, aumenta il peso in mezzo di Kessie che proprio alla Lazio segnò il suo primo gol in A. La Lazio però manovra con pazienza, senza pausa e senza fretta, fino a sorprendere la difesa del Milan che al 20′ scala male. Antonelli non riesce a chiudere e si ritrova fuori posizione sul controllo a rientrare di Marusic che la gira sul secondo palo e festeggia il suo terzo gol in stagione.

Inzaghi chiede a Luis Alberto, che nel primo tempo tocca solo 17 palloni (meno di tutti i suoi compagni di squadra) di venire più largo anche per allargare la difesa rossonera. Detto fatto, minuto 31, coast to coast di Lulic, combinazione con Milinkovic-Savic e Caicedo che esce dall'area per aumentare le linee di passaggio a sinistra, imbucata per l'ex Liverpool che gira di destro verso l'angolo alto lontano. Potenza e precisione per un pregustato capolavoro frustrato dalla traversa.

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Bonaventura si inserisce e raddoppia

Gli spazi in mezzo si aprono, la Lazio s'affanna, il Milan s'ingegna, col solito Calhanoglu che illumina, brilla col tunnel e sfida Strakoshha. Gran parata sul destro dalla distanza del turco, che subisce anche il fallo di Milinkovic-Savic al momento di tirare. Il serbo, diffidato, salterà Lazio-Genoa. Ma i biancocelesti dietro faticano. I tifosi applaudono Biglia, ed è una notizia. Il Milan si fa avvolgente, la manovra coinvolge Bonaventura a sinistra poi il gioco si sposta sulla destra. De Vrij chiude Cutrone, che fa un gran lavoro nel portar via un centrale lontano dal centro dell'area. Calabria, il più preciso nel primo tempo (42 passaggi, 97,6% di accuratezza) intuisce la possibilità del cross che Bonaventura anticipa con un timing perfetto per la correzione in rete, senza marcartura, dal limite dell'area piccola. Il suo quarto gol in stagione porta il Milan avanti 2-1 all'intervallo.

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Dentro Anderson, Inzaghi cambia la Lazio

Quando la Lazio si distende, Milinkovic-Savic diventa una seconda punta aggiunta e chiede anche la palla alta in verticale per dialogare con Caicedo, mentre Luis Alberto prova ad aprire la difesa rossonera uscendo dalla linea. Inzaghi inserisce Felipe Anderson e ridisegna la Lazio. Il brasiliano agisce da trequartista alle spalle di Caicedo. Luis Alberto, più predisposto a giocare da mezzala, parte largo a destra e si accentra con Milinkovic-Savic a occupare la fascia sinistra. Parolo, che al Milan ha segnato cinque gol , più che a qualsiasi altra squadra in Serie A, mantiene l'equilibrio dell'assetto davanti alla difesa.

La fiducia rossonera si vede nell'alternanza fra il fraseggio elaborato e il ribaltamento rapido, nel pressing deciso di Calhanoglu appena persa palla, nella frequenza dei ripiegamenti difensivi di Bastos, che evidenziano un limite dei biancocelesti, la difficoltà di chiudere sulle sovrapposizione dei terzini del Milan quando i rossoneri cambiano gioco con rapidità. Il ritmo scende rispetto al primo tempo, Gattuso però si preoccupa quando al 62′ vede capitan Bonucci accasciarsi mentre su San Siro inizia a a scendere una nebbia sempre più fitta.

Milan, che rischio nel finale

Bonucci resta in campo ma il Milan è sempre più chiuso. Felipe Anderson brucia Calabria e tocca dietro per Milinkovic-Savic che però non controlla bene, la palla gli resta sotto e si vede respingere la conclusione da Romagnoli. La Lazio preme, spinge, consapevole e fluida nello sviluppo del gioco, Milinkovic stacca su cross da sinistra di Marusic, stretto in ritardo da Antonelli, poi sostituito da Abate, Donnarumma risponde con un grande intervento.

Cambia anche Gattuso, che toglie Cutrone per Andre Silva, probabilmente per avere un uomo in più fra le linee e facilitare le transizioni positive, lo scivolamento del pallone dalla difesa. Al 78′ lo cerca Suso dalla destra, l'ex Porto manca l'aggancio per questione di centimetri.

L'ingresso di Abate costringe Calabria a spostarsi a sinistra, Inzaghi gli tiene addosso Felipe Anderson e intanto inserisce Nani per aumentare l'entropia negli ultimi venti metri. Proprio il brasiliano salta il terzino rossonero, comunque uno dei migliori in campo, brillantissimo in entrambe le fasi, e crossa teso sul secondo palo ma Lulic riesce a non segnare, ed era più difficile che toccarla in porta. E' l'immagine di una grande Lazio che si inchina contro un Milan ordinato, lucido, cinico. Un Milan che vede un futuro diverso.

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