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Cuore e onore per la maglia, la lezione di Lucarelli ai 18enni come Donnarumma

Il Parma è in B dopo il fallimento e il crollo nei Dilettanti. Il capitano non ha abbandonato la squadra e ha rinunciato a contratti migliori: “Fosse stato per mio fratello Cristiano non avrei dovuto scendere in Serie D per non macchiare la carriera. Ma avevo una missione da portare a termine”.
A cura di Maurizio De Santis
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Sofferenza, paura, sudore, sacrificio. Alessandro Lucarelli, capitano coraggioso del Parma tornato in B grazie alla vittoria nella finalissima playoff di Lega Pro, scandisce queste parole a pochi minuti dal calcio d'inizio. Un video postato su Facebook racconta quegli istanti che precedono il match decisivo, il momento clou di una stagione che fa da spartiacque con il futuro. La vergogna del fallimento, il crollo tra i Dilettanti e poi la risalita nel giro di 2 anni: i ducali hanno riscritto la storia e rimesso piede nel calcio che conta. Dovesse accadere il miracolo (sportivo) come successo per Spal e Benevento allora tra due stagioni potrebbero tornare in quella dimensione da cui erano stati espulsi per quel brutto pasticcio di traffici societari e bilanci al collasso.

Ne è valsa la pena essere rimasto a Parma dopo il fallimento. Neanche nelle favole più belle potevo immaginare questa doppia promozione. Sul mio futuro voglio prendermi un attimo di pausa e consultarmi con la mia famiglia – ha ammesso Lucarelli -. Fosse stato per mio fratello Cristiano non avrei dovuto scendere in Serie D per non macchiare la carriera. Ma avevo una missione da portare a termine.

Tutti sapevano, chi avrebbe dovuto controllare non lo ha fatto, una volta concluso il campionato di A poi è stata staccata la spina al club emiliano. Lucarelli c'era allora ed è rimasto anche dopo, quando il mondo gli è crollato addosso: ha accettato di retrocedere con la squadra in Serie D ed è ripartita da quell'inferno dei campi di provincia fino ad accomodarsi tra i cadetti. Lui, una delle poche bandiere che nel calcio italiano ha scelto di non lasciarsi ammainare da interessi terzi. Avrebbe potuto trovare adeguata sistemazione guadagnando più soldi, ha messo da parte la ragione lasciando che fossero cuore e onore a prendere il sopravvento. E quanto stride con le generazioni attuali che a 18 anni, dopo nemmeno un anno di notorietà e senza aver vinto ancora nulla, nemmeno sanno cosa sia la parola ‘gratitudine' nei confronti di chi ha creduto in loro (il riferimento a Donnarumma, ndr). 

Dobbiamo dare tutto oggi e dove non arriviamo con le gambe ci arriviamo con il cuore – ha urlato ai compagni di squadra raccolti in cerchio intorno a Lucarelli -. Abbiamo mangiato merda tutto l'anno adesso è il momento di prenderci tutto ciò per cui abbiamo lottato. Non so se avrò la possibilità di riprovarci… quindi uno per tutti, tutti per uno.

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