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Cuauhtemoc Blanco accusato di essere il mandante di un omicidio

L’ex campione del calcio messicano ha appeso le scarpette al chiodo nel 2015 e ha intrapreso la carriera politica. Oggi si trova al centro di una vicenda giudiziaria a causa delle dichiarazioni rese davanti a un giudice dallo stesso autore del delitto. Blanco, però, s’è professato innocente: “Sono profondamente dispiaciuto di vedermi accusato di qualcosa che non ho commesso. Sono a disposizione della giustizia per fare chiarezza su quanto accaduto e dimostrare la mia innocenza”.
A cura di Maurizio De Santis
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Per gli sportivi messicani resta un idolo anche oggi che, a 44 anni, dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2015, ha deciso d'intraprendere la carriera politica. Oggi è il sindaco di Cuernavaca, capitale dello Stato di Morelos e considerata la città dall'eterna primavera considerata la temperatura che non scende quasi mai al di sotto dei 27°. ‘The King' lo soprannominarono i tifosi dei Chicago Fire, l'ultimo imperatore del calcio centro-americano che fece proseliti con le sue giocate incredibili e originali: di tacco, di spalla oppure esibendo la cuauhtemiña, il colpo di prestigio che realizzava con la palla stratta tra i piedi e un salto per liberarsi degli avversari.

Cuauhtemoc Blanco accusato

La carriera. Con la maglia della ‘Tri' (El Tricolor, il nome della Nazionale) ha giocato 122 gare e segnato 39 gol ma per il Messico è stato molto di più che un calciatore: il simbolo, il trascinatore, l'uomo intorno al quale raccogliersi per tentare le imprese più difficili e sfidare anche la sorte. Oggi, però, l'ex campione messicano fa parlare di sé per vicende extra-calcistiche, nulla che riguardi con la sua carriera di funambolo del pallone che lo ha visto protagonista tra le fila di América, Necaxa, Vera Cruz, Real Valladolid, Chicago Fire, Santos Laguna, Irapuatos, Dorado e Puebla negli ultimi anni della sua avventura sul rettangolo verde.

L'accusa: (presunto) mandate di omicidio. Blanco è stato arrestato con l'accusa di essere il mandante dell'omicidio di un uomo d'affari, Juan García, avvenuto lo scorso 6 aprile. A metterlo nei guai è stato lo stesso autore del delitto: al giudice avrebbe confessato di aver percepito una somma di 200 mila pesos messicani (poco meno di 10 mila euro) da una persona molto vicina all'ex calciatore per commettere quell'assassinio.

"Sono innocente". L'ex campione del Messico, però, ha smentito con forza le ultime notizie dichiarandosi innocente e vittima di un complotto che sarebbe ordito dal suo avversario politico, l'ex sindaco di Cuernavaca Graco Ramirez: "Nulla c'è di vero – si legge nell'articolo riportato da espnfc.com –.  Sono profondamente dispiaciuto di vedermi accusato di qualcosa che non ho commesso. Sono a disposizione della giustizia per fare chiarezza su quanto accaduto e dimostrare la mia innocenza. Sono da persone che in questo momento detengono il potere a Morelos".

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