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Crisi Milan, anche Albertini attacca: “Troppa confusione, zero programmazione”

L’ex centrocampista rossonero attacca il club: “Se non pianifichi sei solo un artigiano del pallone. Mihajlovic? Lo spogliatoio è con lui, volere che se ne vada è aggiungere confusione a confusione”
A cura di Alessio Pediglieri
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La crisi del Milan è oramai certificata non solo dai risultati negativi ma anche dalle critiche che arrivano di grandi ex rossoneri tutti uniti nel condannare la gestione soprattutto da parte della società di una situazione oramai insostenibile per tutti, tecnico, giocatori e tifosi. A dire la propria opinione (negativa) è Demetrio Albertini che si aggiunge a Boban che aveva attaccato Montolivo. L'ex centrocampista di un Milan imbattibile ha parole dure soprattutto per il club, controfigura di quella macchina perfetta che anni addietro ha permesso alla squadra di vincere tutto in Italia  e nel Mondo.

Artigiani del pallone – Proprio l'ex centrocampista rossonero ha parlato della difficile situazione del Milan individuando nel club e nelle strategie societarie le prime cause dei mali milanisti: "Se non c'è programmazione sei un artigiano del calcio e non una multinazionale. Questo è il vero problema, un problema che coinvolge tutto il calcio in generale. La mancanza di risultati non è legata soltanto al fattore economico, ma proprio alla mancanza di programmazione. Un tempo eravamo il campionato per eccellenza, ora siamo in difficoltà".

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Pro Mihajlovic, contro Berlusconi – Una mala gestione societaria che si ripercuote sempre e solo sulla squadra e sui risultati che si vanno ad ottenere. Albertini ha parlato anche della complessa situazione di uno spogliatoio che sembra essere vicino a Mihajlovic al quale si contrappone la ormai chiara volontà di Silvio Berlusconi di voler cambiare allenatore a fine campionato. Andando contro al suo ex presidente"Se alla confusione si aggiunge confusione, non va bene. La situazione attuale è solamente di completa confusione. Ma i calciatori sono fondamentali, devono pensare al gruppo e a fare gruppo, senza diventare opportunisti facendo quel che conviene". 

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