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Costacurta: “Peccato che Buffon non abbia detto addio anche da portiere dell’Italia”

Il vice commissario della Figc commenta così la scelta del portiere della Juventus di non giocare nemmeno la gara di commiato con la maglia della Nazionale con la quale nel 2006 ha vinto il Mondiale: “Sarebbe stato bello se tutta l’Italia avesse potuto ringraziarlo per quanto lui ha fatto in azzurro. Ma rispetto la sua decisione”.
A cura di Maurizio De Santis
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Non ci sarà una gara di addio in Nazionale per Gigi Buffon che ha voluto dire addio all'Italia solo da capitano della Juventus. Non indosserà per l'ultima volta la maglia dell'Italia né ci sarà un appendice colorata d'azzurro per il portiere che nel 2006 trionfò a Berlino vincendo la Coppa e pochi mesi ha conosciuto la grande amarezza della mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018. Sono quelle le ultime istantanee del giocatore che ha segnato un epoca del calcio tricolore e dalla prossima stagione potrebbe continuare altrove la propria carriera (il Psg sembra pronto a mettere sul piatto un biennale). Il 28 maggio gli Azzurri tornano in campo con Roberto Mancini nuovo commissario tecnico poi chiuderanno il ciclo di amichevoli con Olanda e Francia e daranno appuntamento a settembre tra Nations League e qualificazione a Euro 2020. Chi raccoglierà l'eredità di Buffon? Si vedrà…

Dispiace che Buffon non voglia fare una gara d'addio con la Nazionale come ha fatto con la Juve, sarebbe stato bello se tutta l'Italia avesse potuto ringraziarlo per quanto lui ha fatto in azzurro – ha ammesso il vice commissario della Figc, Alessandro Costacurta, a Coverciano per l'evento ‘KickOff 2018' -. Ma rispetto le sue scelte e non sono sorpreso, lo si era già capito dalle sue dichiarazioni.

Nessuna possibilità che possa far cambiare idea a Buffon. La disponibilità di Costacurta cozza contro la chiarezza delle parole pronunciate dal portiere juventino nella conferenza stampa di addio.

Fare una telefonata oppure spedire un messaggio costa nulla – ha aggiunto Costacurta – anche se penso che ormai non ci sia più molto da fare.

Una battuta sul ritorno in azzurro di Mario Balotelli che mancava da ben quattro anni… ovvero, dall'ultimo tonfo della Nazionale che causò le dimissioni a cascata del ct, Prandelli, e poi dell'allora numero uno della Figc, Abete.

Non c'è allenatore migliore di Mancini per capire Mario in che condizioni sia – ha concluso il vice commissario della Federazione -. Per quanto fatto e per il rendimento avuto in stagione credo che Balotelli abbia meritato questa convocazione. Sono convinto che diventare genitore gli abbia anche cambiato la vita.

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