Cosa è rimasto della lezione di Cruijff, l’Ajax di oggi ce lo ricorda
L'Ajax è tornato grande, demolendo gli ‘dei' Blancos nel loro tempio, il Santiago Bernabeu, segnando 4 gol al Real Madrid, ribaltando il 2-1 subito in Olanda, dominando nel gioco, nella voglia e nelle idee gli uomini spaesati di Solari. I Campioni d'Europa in carica, i più titolati e indiscussi conquistatori del panorama europeo e mondiale degli ultimi cinque anni, annichiliti davanti al ritorno del ‘calcio totale‘, marchio di fabbrica di un calcio intramontabile.
Una gara perfetta, giocata in un momento storico particolare per il calcio olandese e per tutto il mondo del calcio: nello stesso mese in cui l'Ajax compirà 129 di storia, strappando dopo 16 anni una qualificazione ai quarti di finale: ribaltando per la prima volta in assoluto a proprio favore uno scontro diretto; riproponendo una filosofia che sembrava dimenticata, nel 30° anniversario della prima Coppa Campioni del Milan ‘olandese' di Sacchi; e soprattutto, omaggiando nel migliore dei modi il ‘calcio totale' consacrato ufficialmente proprio nel marzo di oltre 60 anni fa.
L'impresa nell'anniversario della nascita del club
La squadra che ha rivoluzionato il calcio come hanno fatti i Beatles per la musica o Picasso per la pittura, nasce nello steso mese in cui oggi i ragazzini olandesi hanno rifilato una sonora lezione calcistica ai maestri merengues. Era il 18 marzo del 1900: al tavolo di un bar, nel centro di Amsterdam, al caffè Oost Indie, in una riunione dalle idee chiarissime e vincenti, si decise di unire il calcio alla città e agli studi classici. Nacque così il club che ha saputo riscrivere la storia dello sport, l'Amsterdamsche Football Club Ajax, dove "Ajax" deriva da Aiace Il Grande, l'eroe omerico tra i principali protagonisti della Guerra di Troia.
Il mese di marzo, il mese del totaalvoetbal
Un mese, quello di marzo, che era già parte integrante della storia del club olandese e che da ieri sera si arricchisce di un'altra perla che si va a incastonare tra miti assoluti che riuscirono a cambiare per sempre il calcio mondiale. Venne sdoganata ufficialmente dalla stampa internazionale, proprio in quel periodo, negli anni ‘60, il neologismo "totaalvoetbal" per definire il calcio totale, una combinazione unica di avanzamenti sociali, culturali e sportivi che sfociò in una rivoluzionaria intuizione tattica
Il calcio consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tantomeno la puoi passare (Johann Cruijff)
La stessa filosofia, 60 anni dopo
Una filosofia di gioco che ebbe padri putativi importanti. Come Jack Reynolds, allenatore inglese che guidò Ajax tra il 1915 e il 1947 e che riassunse il metodo, o meglio lo stile di gioco in una frase emblematica: «Per me, l’attacco è e rimane la miglior difesa». La stessa filosofia che il 5 marzo 2019 è stata la base dell'impresa al Bernabeu della nuova generazione di fenomeni olandese del Terzo Millennio. La medesima che trascinò l'Ajax a tre Coppe dei Campioni e la straordinaria nazionale orange ai Mondiali del 70 e del 74 (dove si laureò vice campione).
Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia (Johann Cruijff)
L'impresa e la nuova generazione di fenomeni
Al Bernabeu, l'Ajax si è ripreso il calcio internazionale nel momento più importante contro l'avversario più quotato. Una formazione dall'enorme talento, con un’età media di 24 anni, allenati dall’ex difensore Erik ten Hag, promettente allenatore al suo primo incarico di rilievo, scelto dai due dirigenti Edwin van der Sar e Marc Overmars. Erano 16 anni che i Lancieri non riuscivano a centrare i quarti di finale in Champions League, dal lontano 2003. Ed era da sempre che l'Ajax non riuscisse a ribaltare un risultato avverso nei confronti ad eliminazione diretta.
A 30 anni dalla prima Coppa dei Campioni del Milan ‘olandese'
Il tutto è arrivato anche proprio nel 30° anno della prima Coppa dei Campioni (conquistata sulla Dinamo Bucarest, in Spagna, nel tempio del Barcellona, il Cam Nou) firmata Milan – Berlusconi – Sacchi, il tecnico che rivoluzionò per sempre il nostro e il calcio internazionale con la squadra degli "olandesi". Corsi e ricorsi storici uniti da un unico filo invisibile tessuto dagli dei del calcio e da Aiace, il Grande.