Cori razzisti contro Touré del City: “Basta, squalificate gli stadi”

"Il calcio non ha colore, né religione e nemmeno frontiere". Il Manchester City fa propria la rabbia che Yaya Tourè esprime per gli insulti razzisti ricevuti a Mosca, durante la partita di Champions League contro il Cska. Episodio increscioso e imbarazzante per l'Uefa: cori discriminatori nei confronti di un giocatore di colore nella ‘settimana del calcio contro il razzismo in Europa'. Il messaggio di tolleranza e rispetto scritto ovunque, sui gagliardetti, sui braccialetti, stampato sulle magliette è andato a farsi benedire in pochi attimi scatenando anche al polemica furente dei tabloid: chiudere gli stadi, no al mondiale – quello del 2018 – in un Paese razzista sono alcune delle bordate che arrivano da Oltremanica. L'Uefa, per il momento, si limita ad attendere un rapporto dettagliato dei fatti…
E' incredibile che accadano ancora cose del genere dopo tutto ciò che è stato detto e fatto – afferma Tourè -. La Uefa deve intervenire in modo radicale. Come? Squalificando uno stadio, magari per un paio di partite.
Yaya Tourè, per due volte scelto quale ‘migliore calciatore africano dell'anno', ha incassato la solidarietà da parte dei compagni di squadra e del tecnico, Manuel Pellegrini. Il capitano, Vincent Kompany, ha postato un messaggio su Twitter inequivocabile: "Di nuovo cori razzisti. Abbiamo tutti detto basta. Uefa, gli occhi di tutti sono su di voi". Gli fa eco l'allenatore cileno: "E' ora di piantarla con questi atti così stupidi, spero che ora passi un messaggio forte. Mi dispiace per Yaya".