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Coraggio, Italia. Via i vecchi, largo ai giovani. E torniamo a vincere

L’Italia deve seguire l’esempio di Francia, Spagna, Germania e Inghilterra, ponendosi obiettivi a lungo termine. Costruire da adesso le fondamenta del gruppo che andrà a giocare (si spera) il Mondiale del 2022 sacrificando anche un biennio e un Campionato Europeo. Ma ci sarà un ct che vorrà sacrificarsi per il bene della Nazionale azzurra?
A cura di Michele Mazzeo
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Argentina – Italia di certo non verrà inserita negli annali azzurri alla voce gare da ricordare, ma la prima di Di Biagio potrebbe essere un ottimo punto di partenza per delle riflessioni sul futuro della nostra Nazionale. Per farlo bisogna partire dal farsi una domanda che può sembrare anacronistica (ma che in realtà non lo è): l’Italia vista ieri sera a Manchester contro l’Argentina può vincere il prossimo Europeo del 2020? Per quanto possiamo essere ottimisti, vedendo Spagna, Germania, Francia, Belgio e Inghilterra, e la loro futuribilità, la risposta è che è del tutto improbabile.

C’è bisogno di un progetto a lungo termine

Ecco, partendo da ciò, unito al fatto che una Nazionale con il blasone di quella azzurra ha (e deve avere) come obiettivo quello di provare a vincere qualsiasi competizione a cui prenda parte, siamo arrivati alla conclusione che forse sarebbe il caso già dalla prossima gara amichevole con l’Inghilterra di “svecchiare” ulteriormente il gruppo azzurro mettendo in campo una formazione che non pensi al presente, né al futuro prossimo, ma bensì a lungo raggio, per esempio ai Mondiali del 2022, ovviamente con la speranza che in questo quadriennio il calcio italiano riesca a sfornare nuovi talenti da aggiungere al gruppo che andrà via via consolidandosi. E il biennio ‘98/’99 da questo punto di vista sembra promettere bene.

Ricalibrare l’obiettivo come hanno fatto Francia, Spagna, Germania e Inghilterra

Così è ripartita la Francia, così hanno fatto Spagna e Germania, così sta facendo l’Inghilterra, e la storia ci insegna che è l’unico modo per risalire la china dopo aver toccato il fondo (che noi abbiamo già raschiato con la Svezia e la non qualificazione al Mondiale). Di Biagio, e chi ne erediterà la panchina, dovranno cominciare a ricalibrare l’obiettivo e di conseguenza fare le scelte in base ad esso. Giusto tenere conto di quanto esprime il campionato, come ha comunque dimostrato di fare il ct ad interim contro l’Argentina, ma sempre ponendosi una domanda: può far parte del gruppo che andrà in Qatar (o dovunque altro si svolga se dovessero esserci problemi) nel 2022?

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Chi potrà giocare il Mondiale del 2022?

Donnarumma, Perin, Cragno, Meret: si scelga e in fretta

Cominciando a ragionare in questo modo viene da sé che Gigi Buffon, che anche ieri si è dimostrato uno dei migliori portieri al mondo nonostante i 40 anni di età, per quanto possa ancora decidere di allungare la propria carriera per uno o due anni, è quasi (di questi tempi è d’obbligo) certo che nel 2022 sarà in pensione. Quindi spazio a chi in Qatar difenderà i pali azzurri: il 25enne Mattia Perin, il 19enne Gigio Donnarumma, il 23enne Alessio Cragno, o il 21enne Alex Meret. Tutti, ma non Buffon.

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Anche Bonucci in discussione. Spazio a Romagnoli – Rugani

Lo stesso discorso varrà per Giorgio Chiellini, ieri non presente solo perché infortunato. Tra quattro anni il centrale della Juventus avrà già spento 38 candeline: troppe per uno che fa dell’agonismo e della prorompenza fisica il proprio marchio di fabbrica. E in questa ottica potrebbe farne le spese anche il “più giovane” Leonardo Bonucci che a novembre 2022 (quando avrà inizio il primo Mondiale invernale della storia) di anni ne avrà 35. Fuori loro e dentro quella che da anni è considerata la coppia di centrali difensivi del futuro azzurro, ossia quella composta da Alessio Romagnoli e Daniele Rugani. E nelle convocazioni spazio a Caldara, Izzo o Romagna.

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Jorginho, Verratti e…di certo non Parolo

Per quanto riguarda i terzini invece tra quelli attualmente convocati l’unico che anagraficamente rischia di essere troppo in là con gli anni per il Mondiale del Qatar è il classe ’89 Matteo Darmian. Ma con i vari Calabria, Conti (quando recupererà dal brutto infortunio) ed Emerson Palmieri, non sarà difficile sostituirlo. A centrocampo invece, anche secondo questo ragionamento a lungo termine, sarebbe giusto puntare tutto su Jorginho e Marco Verratti, rispettivamente di 26 e 25 anni, affiancandogli però un altro futuribile come Pellegrini, Gagliardini, Cristante, Benassi o Barella, piuttosto che il 33enne Marco Parolo che difficilmente potrà essere buono per la Coppa del Mondo qatariota. Tra gli attuali convocati da Di Biagio un altro che rischierebbe così di rimanere fuori per motivi anagrafici è l’altro classe ’89 Jack Bonaventura.

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Quanto può durare Immobile? Fuori Candreva. Si riparte da Insigne e Chiesa

In attacco, confermatissimi Lorenzo Insigne (26 anni) e Federico Chiesa (20), il discorso della futuribilità in ottica Qatar 2022 riguarda soprattutto Ciro Immobile (28) e Antonio Candreva (31). Per il ruolo di centravanti Andrea Belotti (24) e Patrick Cutrone (20) potrebbero essere al momento i più avvantaggiati, sperando che il giovane Pellegri (17) cresca bene e in fretta. Per quanto concerne invece gli esterni d’attacco tra Federico Bernardeschi (24), Stephan El Shaarawy (25), e se dovesse riprendersi dal momento di empasse anche Domenico Berardi (23), contando magari su qualche buone notizia che arrivi dal campionato italiano (come è stato Verdi quest’anno), ma anche dall’estero (in Bundesliga Vincenzo Grifo prima dell’infortunio aveva bene impressionato), e che qualche giovane come Orsolini (20) faccia quel salto di qualità che ci si aspetta, il ct della Nazionale avrà comunque delle opzioni valide tra cui scegliere.

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Ci sarà un ct disposto a fare questo sacrificio?

Dunque sacrificando certamente un biennio (e probabilmente un Campionato Europeo) potremmo però ritrovarci con un gruppo formato da giocatori all’apice della propria carriera che già giocano insieme da parecchio tempo e provare ad essere la sorpresa del Mondiale 2022, dal quale dobbiamo per forza ripartire. Adesso la domanda è un’altra: ci sarà un ct disposto a fare questo sacrificio?

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