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Coppa Italia in sospeso con Juve-Milan e Napoli-Inter rinviate: cosa succede adesso

Le semifinali di ritorno di Coppa Italia, Juventus-Milan e Napoli-Inter, sono state rinviate. Impossibile al momento ipotizzare al momento una data utile in calendario, molto dipenderà dal cammino delle italiane (in particola dell’Inter e della Juve) in Europa. Diverse le ipotesi sul tavolo, ecco perché – a cominciare dal regolamento che determina anche le qualificate in Europa League – c’è anche il rischio che il trofeo possa non essere assegnato.
A cura di Maurizio De Santis
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Cosa succederà con l'edizione di quest'anno della Coppa Italia? Al caos di questi giorni scandito dalle polemiche in Lega, dal tira e molla sui recuperi, dall'emergenza Coronavirus e dalla decisione del Governo di chiudere gli stadi al pubblico per un mese, s'è aggiunta anche l'incertezza sul trofeo nazionale. Il rinvio a data da destinarsi delle semifinali di ritorno (Juventus-Milan, Napoli-Inter) e il contestuale slittamento della finale non ha fatto altro che ingarbugliare la matassa.

Al netto delle varie ipotesi emerse in queste ore c'è una questione che è precipua: impossibile adesso prendere una decisione perché molto dipenderà (anche) dal destino delle italiane impegnate nelle Coppe (Juventus e Napoli in Champions, Inter in Europa League), in particolare della squadra di Antonio Conte che nemmeno sa ancora quando potrà recuperare la gara di campionato contro la Sampdoria.

Se bianconeri e nerazzurri proseguissero il cammino di qualificazione in Europa non ci sarebbe alcuna possibilità di reperire una casella utile e alla Lega non resterebbe che prevedere uno slittamento di semifinale e finale. A quando? Bella domanda… Al 13/20 maggio o, addirittura, al 1° giugno (ipotesi difficile che andrebbe a inficiare il lavoro di preparazione della Nazionale verso Euro 2020) con la possibilità di giocare la finale ad agosto.

Coppa Italia ad agosto, cosa dice il regolamento

È davvero credibile una pista del genere? Trattandosi di una situazione di emergenza ogni decisione è opinabile ma, prendendo in esame l'ipotesi estiva, le prime (e molto forti) perplessità sono vincolate ad alcune considerazioni:

  • 1. è giusto che ad affrontarsi siano squadre ritoccate, cambiate o rinforzate dal calciomercato?
  • 2. è giusto (anche a termini di regolamento) che, con una semifinale di andata già disputata, si pensi addirittura a uno stravolgimento in corso del format della competizione assimilandola a quella della Supercoppa spagnola (mini torneo a quattro)?
  • 3. che piega prenderà la questione della Supercoppa italiana in virtù degli accordi economici già sanciti?
  • 4. cosa accadrà con la Uefa, che a giugno traccia il percorso dei preliminari nelle Coppe e non sa ancora dall'Italia quali e quante squadre accederanno all'Europa League?

Quest'ultimo punto accende i riflettori su cosa dice il regolamento della Federazione continentale per effetto del quale le squadre qualificate sono 3: la vincitrice della Coppa Italia (sempre che non sia già qualificata in Champions), la quinta classificata (direttamente ai gironi) e la sesta (ai preliminari) più un'eventuale settima formazione. Quest'ultima si troverebbe in gioco solo se la squadra vincitrice della Coppa Italia chiudesse nelle prime sei posizioni del campionato.

Domande alle quali è impossibile rispondere al momento con certezza, compresa la possibilità che – al netto dell'emergenza e del calendario "ingolfato" – la Lega di A non decida di sacrificare un torneo. Che significa? La mancata assegnazione del trofeo per questa edizione.

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