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Copa America 2019, un torneo senza favorite: chi toglierà la corona al Cile?

La selezione andina ha vinto le ultime due edizioni di questo torneo, la prima in casa e la seconda negli Stati Uniti, ai calci di rigore ed entrambe le volte contro l’Argentina: due finali con egual epilogo e con storie che sembravano ripetersi in maniera assolutamente simile a distanza di un solo anno. Una Copa America che al momento non sembra avere padroni e con rappresentative più blasonate che negli scorsi mesi hanno dimostrato di non avere un grande vantaggio rispetto alle outsider.
A cura di Vito Lamorte
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Chi toglierà lo scettro di campione d’America al Cile? Questa è la domanda che tutti si stanno ponendo alla vigilia della gara d’esordio della Copa America del 2019 tra Brasile e Bolivia a San Paolo. La selezione andina ha vinto le ultime due edizioni di questo torneo, la prima in casa e la seconda negli Stati Uniti, ai calci di rigore ed entrambe le volte contro l’Argentina: due finali con egual epilogo e con storie che sembravano ripetersi in maniera assolutamente simile a distanza di un solo anno. Da Santiago del Cile a East Rutherford sembrava un copione ripetuto e con nessuna possibilità di via d’uscita, o di gioia, per gli argentini, che non vincono questo trofeo dal 1993 e hanno una tradizione assolutamente negativa nelle finali.

Ai nastri di partenza di questo torneo non ci sono squadre favorite perché il Cile ha cambiato guida tecnica dopo la mancata qualificazione al Mondiale 2018 e al posto di Juan Antonio Pizzi ora in panchina siede Reinaldo Rueda, nominato allenatore sudamericano dell’anno nel 2016 e che benissimo ha fatto negli ultimi anni con Atletico Nacional. Le altre pretendenti non è che stiano messe meglio: dopo il ‘fracaso Mundial' l’Argentina è stata affidata a Lionel Scaloni, uomo dell’AFA, che ha preso dalle mani di Sampaoli una selezione spenta nell’animo ma che ha bisogno di una vittoria importante dopo le tante finali perse; e il Brasile ha sempre come condottiero Tite ma dovrà fare a meno della stella Neymar. L’Uruguay, invece, mantiene quel mix di equilibrio, tecnica e grande abnegazione che gli permette di essere sempre in prima fila per il trofeo.

Subito dietro alle big c’è la Colombia di Carlos Quieroz, che può vantare un roaster davvero importante, e bisogna tenere d’occhio il Venezuela di Rafael Dudamel, che può essere la vera sorpresa del torneo, oltre alle solite Ecuador, Paraguay e Bolivia. L’ospitata di Giappone e Qatar, dovuta alla concomitanza con la Gold Cup, permetterà di avere un ampio respiro alla manifestazione che, però, già in passato aveva visto selezioni “non americane” essere presenti nel torneo per nazionali più longevi.

Una Copa America che al momento non sembra avere padroni, come già affermato in precedenza, e con rappresentative che negli scorsi mesi hanno dimostrato di avere un poco gap rispetto alle altre: sulla griglia di partenza potrebbero essere messe a poca distanza una dall’altra e nonostante il blasone, la storia e la differenza di valori sia evidente in questi tornei non bisogna mai dare nulla per scontato.

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