“Conte un morto che cammina”, destino segnato per Antonio in Blues secondo Joey Barton
Una definizione forte, "colorita" ma tutt'altro che campata in aria. Il solito Joey Barton non ha usato mezzi termini per Antonio Conte all'indomani della pesante sconfitta del suo Chelsea sul campo del Watford: "Antonio Conte? Un morto che cammina". Un riferimento, forte, alla difficile stagione del manager salentino che dopo la vittoria della Premier della scorsa stagione nell'annata in corso sta trovando non poche difficoltà, tra problemi con la società per un mercato non all'altezza, voci sul possibile esonero, polemiche con Mourinho e soprattutto risultati non soddisfacenti.
Chelsea flop, Conte scivola al 4° posto della Premier
Il flop nel monday night della 26a giornata di campionato ha ulteriormente allontanato il Chelsea dalla vetta della classifica. 19 addirittura i punti di distacco dal primo posto per una squadra che attualmente è scivolata al 4° gradino alle spalle di City, United e Liverpool con un punto di vantaggio sul Tottenham. Dopo la seconda sconfitta consecutiva ecco allora che il primo a finire sulla graticola è stato Conte, che sin da inizio stagione è sembrato inquieto.

Conte un morto che cammina, la definizione di Joey Barton
Ecco allora che sul momento dell'ex ct della Nazionale si è espresso l'ex bad boy del calcio inglese Joey Barton, in un'intervista ai microfoni di Talksport. Il 35enne senza troppi giri di parole ha dichiarato: "Conte? Un morto che cammina. È morto da un po’. Non so cosa sia successo, ma non hanno avuto una buona estate. Da agosto si lamenta di non avere i giocatori adatti. Al Chelsea non ci sono tecnici dinamici, non durano dieci o quindici anni; Roman li sostituisce abbastanza rapidamente".
Conte-Chelsea, il perché della rottura
A prescindere dalla definizione di "Dead man walking" nelle parole di Barton su Conte, c'è comunque qualcosa di vero. Il rapporto tra Conte e la dirigenza Blues si è incrinato proprio sul più bello, ovvero dopo la conquista della Premier League. L'allenatore, reo secondo la società di aver scaricato in malo modo Diego Costa, si sarebbe aspettato dal canto suo rinforzi massicci sul mercato in vista del ritorno in Champions dei Blues. E invece Conte si è lamentato della rosa tutt'altro che folta sin da subito soprattutto nel reparto avanzato con Morata e Batshuayi (poco stimato dal tecnico), unici terminali offensivi a disposizione. La partenza del belga e l'arrivo di Giroud, dopo il mancato assalto a Dzeko, non ha migliorato la situazione.
Il futuro di Conte, tra l'addio al Chelsea e il possibile ritorno in azzurro
Non ha dunque tutti i torti Conte, costretto nelle ultime partite a schierare Hazard nelle vesti di falso nueve. D'altronde non bisogna dimenticare il suo clamoroso addio alla Juventus, proprio per la divergenza di vedute con i vertici bianconeri sul mercato. Addio che potrebbe replicarsi ora anche in Blues con le voci su un possibile esonero sempre più insistenti, con Luis Enrique e Ancelotti possibili sostituti. Conte dal canto suo è tranquillo, e non pensa nemmeno alle indiscrezioni su un suo possibile ritorno a giugno sulla panchina dell'Italia: "Non sono preoccupato per il mio lavoro – ha detto ieri sera, in conferenza stampa, Conte, che nella passata stagione ha condotto i Blues al trionfo in Premier League – Lavoro tutti i giorni e do il 120%. Se questo è abbastanza, bene, altrimenti il club può prendere una decisione diversa. Ma non sono preoccupato. Domani è un altro giorno. Posso essere l'allenatore del Chelsea oppure no. Qual è il problema? Ho la coscienza a posto".