Conte: “Penso solo all’Italia e all’Europeo”

La questione stage e le relative polemiche con alcuni top club della Serie A e in particolare proprio con la Juventus, hanno alimentato nei mesi scorsi le voci sui presunti “mal di pancia” di Antonio Conte. La prospettiva di un addio anticipato alla panchina azzurra, ha inevitabilmente innescato una serie di voci di mercato, comprese quelle su un possibile approdo futuro del salentino sulle panchine di Milan o Roma. Conte però non ha nessuna intenzione di lasciare l’impegno azzurro e lo ribadisce senza troppi giri di parole: “Penso di essere una persona molto responsabile. Soprattutto nei momenti difficili e questo lo è. Ho preso un impegno importante, anche spinto dall'entusiasmo del presidente federale, proprio per invertire la tendenza. Intendo rispettarlo. Io voglio qualificarmi all'Europeo e giocarlo e gli ostacoli li affronto con decisione. Forse me ne aspettavo di meno. Ma soltanto quando sei dentro una situazione, la capisci. Anche se devo far fronte a tante situazioni politiche e io non ho mai amato diplomazia e compromesso. Sono uno di campo, ho fatto del lavoro la mia arma. L'anno scorso ebbi diverse offerte, anche di una squadra inglese molto importante. Ma non ho mai parlato con nessuno, era questione di rispetto, avevo deciso di continuare con la Juventus. Poi è durato poco, ma è un altro discorso".
Conte avverte i club di Serie A
Conte non ha nessun dubbio sulla validità degli stage per la Nazionale italiana e lancia un messaggio chiarissimo alla Serie A: “In Germania e Spagna non fanno stage? I capricci ho smesso di farli da bambino. Se anche la serie A portasse sempre squadre in finale di Champions, sarei contentissimo così, però la realtà è un'altra. E forse non abbiamo toccato il fondo. Questo stage è saltato perché alla fine, per farlo, avrei dovuto dare le pettorine ai miei collaboratori. Chiamare giocatori di B significava sminuire il prestigio della Nazionale. Allora ho fatto un passo indietro, sperando di farne due in avanti la prossima volta". Massima collaborazione con i club dunque per non far fare un ulteriore passo indietro al calcio italiano, che è già in crisi: “La collaborazione deve essere reciproca. Io ho grande disponibilità, me ne aspetto altrettanta. Due esempi: Mazzarri e Inzaghi mi hanno chiesto di non convocare Osvaldo e Abate, che stavano recuperando dagli infortuni. Mi sono adeguato. Il calcio italiano? Oggi non siamo né carne né pesce. A furia di inseguire il totem del possesso palla e di scimmiottare il tiki-taka spagnolo o l'intensità anglosassone, stiamo trascurando il nostro dna: il sacrificio e la cultura del lavoro, con cui colmare il gap tecnico. La Croazia ci ha fatto capire che c'è chi ci è superiore, a cominciare dall'esperienza. Modric, Rakitic, Mandzukic, Perisic, Brozovic, Srna avevano tante partite in Champions".
Le date della prossima Serie A
E molto importante per la Nazionale potrebbe essere la scelta delle date della prossima stagione del calcio italiano, che già da oggi saranno oggetto di decisioni importanti in Lega: “La riforma dei campionati ha una prospettiva oltre il mio mandato – conclude nella sua lunga intervista a Repubblica.it – Per l'Europeo è essenziale il calendario: è proprio necessario spalmare la Coppa Italia con una partita al giorno? Non mi importa quando inizierà la stagione o se si giocherà a Natale. Di sicuro è prioritario un periodo sufficiente per preparare l'Europeo. So per esperienza che un calciatore arriva a maggio scarico".