Conte: “L’Italia non era nei miei pensieri, ma Tavecchio mi ha convinto”

E' l'Italia della meritocrazia, del sacrificio e della fame di vittoria. Sono questi i tratti principali del nuovo corso azzurro firmato Antonio Conte. Il Ct salentino ha già raccolto i primi frutti del suo cambio di rotta per una squadra che in 4 uscite ha collezionato altrettante vittorie. Guai però ad adagiarsi soprattutto in futuro con l'ex allenatore della Juventus che continua a mandare messaggi importanti a tutti i giocatori che sognano la maglia dell'Italia: "Il talento da solo non basta. Ecco perché nella mia Italia la parola d'ordine è: noi. Chi pensa con l'io può restare a casa".
La filosofia di Conte: "Esiste solo il noi"
Inevitabile non leggere in queste dichiarazioni un riferimento anche a Mario Balotelli protagonista di un avvio di stagione tutt'altro che esaltante con il Liverpool. Antonio Conte non esclude nessuno a priori e anche per questo lavora duramente come se allenasse una squadra di club: "In questi tre mesi non ho avuto una settimana libera. Giriamo per ritiri, guardiamo allenamenti e partite, parliamo con gli allenatori. Però mi manca il contatto quotidiano con i giocatori. Intendo la Nazionale come un club – ha rivelato Conte al Corriere della Sera- e per riuscirci devo fare in una settimana ciò che alla Juve facevo in un mese".
Conte chiama a raccolta i tifosi per Italia-Croazia
Conte non può che essere soddisfatto del ritrovato entusiasmo intorno all'Italia e spera che i tifosi si rivelino un fattore importante anche nel match di San Siro contro la Croazia: "Mi piace quando i tifosi bianconeri mi fermano per strada e mi ringraziano per quello che ho fatto. Ma succede anche a Siena e a Bari, dove ho vinto. E mi piace che intorno alla Nazionale ci sia nuovamente entusiasmo. Spero che sia contagioso e che serva a riempire San Siro contro la Croazia perché sarà dura".
Il retroscena sulla telefonata di Tavecchio
In conclusione un curioso retroscena sulla scelta di accettare la panchina della Nazionale italiana: "Non era nei miei pensieri. Ero in vacanza in Croazia con le infradito e alla prima telefonata con Tavecchio ho risposto di no. Il presidente, però, è stato bravo a convincermi. Così sono dovuto andare in un negozio e in tutta fretta mi sono fatto fare il vestito per la presentazione".