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Conte, il fratello smentisce contatti: “Real Madrid e Milan? Non ho sentito nessuno”

Dopo la rescissione del contratto con il Chelsea, le indiscrezioni sul futuro del tecnico salentino sono tornate a riempire le pagine dei giornali. “Mio fratello non ha più vincoli con il Chelsea dopo il licenziamento di luglio. In questi giorni è in vacanza in Egitto ed io non ho ricevuto chiamate importanti”, ha però spiegato Daniele Conte.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo l'esonero del luglio scorso, il nome di Antonio Conte è quello più gettonato per le panchine di mezza Europa. Il quarantanovenne tecnico salentino, che nelle scorse ore ha rescisso il suo contratto con il Chelsea, è ora libero di scegliere la sua prossima destinazione senza nessun vincolo con il club londinese. Dove allenerà l'ex commissario tecnico della Nazionale è però ancora un punto di domanda, anche se nelle prossime ore potrebbero già venir fuori indizi importanti.

Nei giorni scorsi Conte è stato nuovamente accostato con forza a due grandi del calcio europeo attualmente in difficoltà: Milan e Real Madrid. Per Rino Gattuso e Julen Lopetegui, le prossime partite con Sampdoria e Barcellona saranno infatti decisive e in caso di ulteriori passi falsi, potrebbero entrambi rischiare l'esonero e vedere il loro posto occupato proprio da colui che nella stagione 2016/17 è riuscito a riportare il Chelsea sul tetto della Premier League.

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Le parole del fratello/agente

A smentire però il contatto con rossoneri e blancos, è arrivato il fratello/agente del mister di Lecce. "Antonio in questi giorni è in vacanza in Egitto ed io non ho ricevuto chiamate importanti – ha spiegato Daniele Conte – Non ci sono stati contatti né con il Real Madrid né con il Milan. Tengo a precisare, a questo proposito, che sono il suo unico rappresentante. Allo stesso modo preciso che mio fratello non ha più vincoli con il Chelsea dopo il licenziamento di luglio. Ora aspettiamo l’esito della causa: gli avvocati sono al lavoro".

In attesa di capire quale sarà la scelta di Conte, che dovrà anche decidere se prendere o meno una squadra in corsa, continua dunque la battaglia legale con la dirigenza del Chelsea: colpevole, secondo l'allenatore, di aver comunicato troppo tardi il licenziamento, di avergli impedito di trovare un'altra panchina e di averlo costretto ad un lungo periodo d'inattività.

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