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Conte gela l’Italia: “Il mio futuro dopo Euro 2016”

Conte alimenta i dubbi sul suo futuro: “Il lavoro di un allenatore dipende dai risultati. Il mio futuro è legato al risultato dagli Europei, dove spero di imitare il cammino di Prandelli”.
A cura di Alessio Morra
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Su quale panchina sarà Antonio Conte il prossimo anno? Questa domanda se la pongono in parecchi. C’è chi dice che la sua voglia di allenare un club prevarrà – e la corte all’ex juventino l’avrebbero fatta in questi mesi il Milan, la Roma, il Chelsea e pure il Psg – ma c’è chi dice che alla fine Conte potrebbe rimanere il Ct degli azzurri prolungando il contratto di due anni. Oggi per la prima volta il tecnico salentino ha parlato del suo futuro e ha detto in modo chiaro che il suo futuro è legato all’esito di Euro 2016: “Vediamo come va l’Europeo. Il lavoro di un allenatore viene giudicato dai risultati e con me è lo stesso. Il mio futuro dipenderà dai risultati che otterremo all’Europeo, una manifestazione non semplice, da affrontare al massimo”.

Agli Europei l’allenatore della Nazionale vorrebbe ripercorrere il cammino di Prandelli, che nel 2012 eliminò Inghilterra e Germania e giunse fino alla finale: “In Francia vorrei disputare un Europeo come quello di Prandelli. Fu un cammino straordinario, da prendere a esempio. Non è giusto ricordare soltanto il Mondiale brasiliano, in Italia sottolineiamo troppo gli insuccessi e ignoriamo i grandi traguardi conquistati”.

Nell’intervista concessa a ‘Rai Sport’ Conte ha parlato di due singoli Marchisio e Pellé. Il primo è un giocatore fondamentale per l’Italia, il secondo invece deve essere preso come esempio da tutti: “Il ritorno di Marchisio è importante, sa fare tutto e può interpretare qualsiasi modulo. Pellé è l’esempio di come volere sia potere. Lui è stato snobbato dal calcio italiano e ha saputo costruirsi una bella carriera all’estero, ha un grandissimo spirito di sacrificio”.

Conte dopo aver elogiato il suo predecessore ha fatto capire che a differenza di quanto accaduto al Mondiale brasiliano nel ritiro degli azzurri in Francia non ci sarà spazio per moglie o fidanzate: “Solo grazie all’intensità del lavoro è possibile avere buoni frutti. Quando li alleni almeno una volta al mese basta una spolverata per rimetterli a lucido, così invece diventa un problema, ogni volta si deve ricominciare da zero. In Italia è difficile portare avanti un progetto di crescita. Non mi interessa parlare dei precedenti, per me l’importante è che i calciatori respirino il profumo di questa manifestazione. Le moglie e le fidanzate si possono incontrare nei giorni liberi”.

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