Conte, attesa per il rinvio a giudizio per frode sportiva
Antonio Conte potrebbe lasciare il ruolo di CT della Nazionale italiana prima dell'inizio dei prossimi Europei del 2016. Nessun esonero nell'area da parte della Federcalcio, i rapporti così come i risultati fino a questo punto ottenuti sono ottimi. Il problema è legato invece alle questioni processuali che potrebbero coinvolgere l'ex allenatore della Juventus nell'inchiesta sul Calcioscommesse, quello del primo filone investigativo, "Last Bet" che era stato varato oramai tre anni fa dalla Procura di Cremona. E che vedeva, tra gli altri, invischiato anche Antonio Conte relativamente a due gare ritenute sospette – Albinoleffe-Siena (1-0, 29 maggio 2011) e Novara-Siena (2-2, 30 aprile 2011) – e risalenti al periodo in cui allenava il Siena Calcio. Accuse di corruzione e pilotaggio di partite, poi ridotte ad una condanna per omessa denuncia e ad una pena scontata con la squalifica nel primo anno in bianconero.
Il pm Di Martino sul rinvio a giudizio di Conte
Adesso – secondo indiscrezioni riportate dal Corriere dello Sport – il ct rischia il rinvio a giudizio. Anzi, sembra sia questa l'intenzione da parte del pm Roberto Di Martino rispetto alla professione d'innocenza e di assoluta estraneità ai fatti da sempre ribadita dall'ex allenatore bianconero. Conosciuta la decisione del pm, gli avvocati di Antonio Conte, Francesco Arata e Leonardo Cammarata, decideranno se puntare sul giudizio immediato in autunno, rinunciando all'udienza preliminare di fronte al Gip e accorciando i tempi processuali con l'obbiettivo di arrivare nel più breve tempo possibile a un verdetto.
Tavecchio: "Il rinvio a giudizio non è una condanna". E' la posizione espressa dal presidente della Federcalcio sulle notizie relative all'imminente rinvio a giudizio del ct, Conte. "In questo paese abbiamo le garanzie per tutti e ci sono per Conte", ha aggiunto il numero uno della Figc. "Dobbiamo scacciare tutti i mercanti dal tempio. E' la cosa più importante. Senza equivoci e problemi. Il presidente della Figc – ha aggiunto Tavecchio durante la conferenza stampa – si avvarrà delle sue prerogative per velocizzare l'espletamento delle procedure processuali nel rispetto dei tempi del campionato".
Gli avvocati del Ct: "Agli atti, è innocente"
Agli atti dell'inchiesta sul calcioscommesse c'è "la prova positiva" del fatto che Antonio Conte "nulla fece di quanto in suo potere" per assecondare le combine. Lo si legge nella memoria dei suoi legali – come riportato dall'agenzia Ansa – per chiedere l'archiviazione della posizione del loro assistito.
"In Novara-Siena – scrive l'avvocato Leonardo Cammarata nella memoria – non fece giocare Carobbio, (l'unico giocatore della sua squadra che nell'ipotesi di accusa che si era accordato con l'organizzazione criminale) e in Albinoleffe-Siena, secondo quanto riferito da Coppola (ex portiere del Siena), spronò la squadra e decise di far giocare i giocatori più motivati".
La precedente squalifica per omessa denuncia
Una macchia che Antonio Conte non ha mai voluto cancellare perché il periodo forzato di stop impostogli dalla FIGC lo ha sempre vissuto come un oltraggio alla sua lealtà e sportività, un pena ingiusta che lo vedeva coinvolto nei fatti da accuse e circostanze mai chiarite fino in fondo. Quel "non poteva non sapere" per il ruolo di allenatore che ricopriva nel Siena, società che era stata coinvolta direttamente nel giro di scommesse clandestine, soprattutto per due gare in particolare: Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena. Adesso, l'onda lunga di ‘Last Bet' sta ritornando sul Commissario Tecnico azzurro perché Conte dovrebbe rispondere di frode sportiva affrontando un processo nei prossimi mesi.
Ciclone mediatico in vista di Euro 2016
Una strada che il ct non ha alcuna intenzione di percorrere da allenatore dell'Italia. Mentre incombe Euro2016, l'attenzione mediatica si rivolgerebbe semplicemente alle questioni processuali e in conferenza stampa a nessun giornalista interesserebbe altro. Uno scenario insostenibile per un uomo che davanti al fuoco delle polemiche o delle illazioni mai ha tirato indietro il braccio, rischiando di bruciarselo. L'ultimo esempio in ordine di tempo è stato sul caso Marchisio, tra il CT della Nazionale e la sua vecchia dirigenza bianconera. Sul tema scommesse, scatterebbe il finimondo e non sarebbe positivo né per l'Italia né per Conte stesso dover affrontare il tiro incrociato di giornalisti-franchi tiratori.
Le possibili dimissioni da ct
C'è però uno spiraglio che la difesa del ct è certa di poter trasformare in un portone: il piano accusatorio si regge sulle stampelle del ‘sentito dire' e del ‘non poteva non sapere'. Già nel primo dibattimento si erano chiariti tutti i punti e l'odierno processo per frode sportiva non avrebbe motivo di protrarsi ottenendo l'archiviazione immediata. I faldoni della difesa sono ricchi di elementi che dovrebbero sgretolare le accuse ma il condizionale è d'obbligo: davanti ad un giudice non c'è ragion di Stato che regga e tutto può accadere, anche l'ennesimo rinvio a giudizio e il protrarsi di tempi e udienze. Che se dovessero collimare con gli impegni della Nazionale potrebbero portare Conte a gettare la spugna e a demandare l'incarico da CT ad altri.