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Calcioscommesse, Procura di Cremona: confermata l’accusa di frode sportiva per Conte

Il pm della Procura di Cremona chiude le indagini: l’ipotesi di reato contestata al ct dell’Italia risale al periodo in cui allenava il Siena. Associazione a delinquere per Mauri, Doni e Signori.
A cura di Maurizio De Santis
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L'inchiesta sul Calcioscommesse iniziata quattro anni fa arriva all'epilogo con la chiusura delle indagini da parte della Procura di Cremona e la notifica degli atti ai 130 indagati tra calciatori di Serie A, B e Lega Pro, ex giocatori e dirigenti: tutti finiti sotto la lente dell'inchiesta condotta dal Procuratore capo Roberto Di Martino. E' il preludio del rinvio a giudizio con l'udienza preliminare che dovrebbe essere prevista per la tarda primavera, mentre per il processo bisognerà attendere il prossimo autunno. Quanto ai reati contestati, è di frode sportiva l'accusa rivolta all'attuale commissario tecnico della Nazionale, Antonio Conte, per fatti che risalgono al periodo in cui l'ex allenatore della Juventus era al timone del Siena. Viene meno l'associazione a delinquere, l'ipotesi di reato con cui era stato inizialmente iscritto nel Registro degli indagati.

L'associazione a delinquere, invece, è stata mossa nei confronti del capitano della Lazio Stefano Mauri, dell'ex capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni, e dell'ex punta della Nazionale, Beppe Signori. Per quanto riguarda le posizioni di Bonucci e Criscito, per entrambi è stata chiesta l'archiviazione. Nel novero degli indagati è spuntato anche il nome del tecnico dell'Atalanta, Stefano Colantuono, mentre la gara finita sotto stretta osservazione degli inquirenti sarebbe la partita Crotone-Atalanta (2-2), risalente al 22 aprile 2011.

Intercettazioni, riscontri, analisi dettagliata di supporti informatici ed elettronici, parole chiave decriptate per ricostruire i messaggi in codice e quella promiscuità di traffici indiscriminati tessuta come una rete dai (presunti) protagonisti di un calcio malato, che ha perso credibilità, minato dalle fondamenta. Conte, che ha affidato la propria difesa dall'avvocato Antonio De Rensis, si è sempre professato innocente, respingendo ogni accusa anche quando chiarimenti vennero richiesti in merito a una presunta combine relativa a Bari-Salernitana del 2009. L'ex allenatore della Juventus venne tirato in ballo per le dichiarazioni rese da alcuni calciatori del club toscano: sostennero che, all'epoca dei fatti, il tecnico li lasciò sostanzialmente liberi di decidere se impegnarsi e giocare con determinazione le sfide contro l'Albinoleffe e il Novara oppure andare in campo con poco agonismo. Omessa denuncia, fu l'accusa che portò la Procura della Federcalcio a squalificare Conte. Oggi, quella di Cremona insiste, e parla di frode sportiva.

La posizione di Conte descritta dalla Procura

La partita finita sotto inchiesta è Novara-Siena dell'1.5.2011 (2-2). Secondo quanto si legge nell'avviso di chiusura indagini, Antonio Conte con altri indagati "compivano atti, anche fraudolenti, diretti ad ottenere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento dell'incontro di calcio. In particolare l'allenatore del Siena Conte comunicava ai giocatori del Siena che era stato raggiunto dalle squadre l'accordo sul pareggio, così condizionando, anche in considerazione del ruolo di superiorità nei confronti dei calciatori della sua squadra, per le finalità di cui sopra, il risultato della partita".

Albinoleffe-Siena del 29.5.2011 (1-0), altra gara contestata. "Stellini, allenatore in seconda del Siena, di comune accordo con dirigenti ed allenatori della squadra, già subito dopo la partita di andata Siena-Albinoleffe dell'8.1.2011, vinta dal Siena per 1-0, chiedeva a Carobbio e a Terzi, giocatori del Siena, quest'ultimo in buoni rapporti con Bombardini dell'Albinoleffe, di prendere un accordo, di comune utilità, diretto a ‘pilotare' il risultato della partita di ritorno, in programma il 29.5.2011. Carobbio – si legge – ne discuteva con Garlini, mentre Terzi ne parlava con Bombardini, giocatori dell'Albinoleffe, ricevendo la loro disponibilità. Alcuni giorni prima della partita di ritorno, quando all'ultima giornata di campionato di serie B il Siena aveva già conquistato la promozione in serie A, laddove all'Albinoleffe occorrevano punti per accedere ai ‘play off', aveva luogo una riunione tecnica alla quale erano presenti l'allenatore Conte Antonio, il vice allenatore Alessio Angelo, il collaboratore tecnico Stellini, il preparatore dei portieri Savorani e l'intera squadra del Siena, in occasione della quale, anche a seguito del ‘benestare' di Conte, veniva presa la decisione definitiva di lasciare la vittoria all'Albinoleffe".

Il nome di Colantuono dell'Atalanta

Colantuono, Doni e il direttore sportivo dell'Atalanta, Gabriele Zamagna, secondo l'avviso di chiusura delle indagini sarebbero finiti sotto la lente perché "in concorso tra loro, offrivano o promettevano denaro o altra utilità, o ne accettavano l'offerta o la promessa, e comunque compivano atti, anche fraudolenti, diretti ad ottenere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento dell'incontro di calcio Crotone-Atalanta in programma il 22.4.2011, in modo da conseguire il risultato finale di over 2,5, conforme alle scommesse predisposte. A tal fine – si apprende dalla relazione del Procuratore Roberto di Martino – venivano compiute, tra le altre, le seguenti attività, anche fraudolente, tendenti alla manipolazione del risultato: Doni, unitamente all'allenatore Colantuono ed al direttore sportivo Zamagna dell'Atalanta e a Santoni Nicola concordava con il Crotone, squadra nella quale poteva contare sul portiere, poi nello specifico riserva, Emanuele Concetti, un over con pareggio, di comune utilità per le due squadre, che puntualmente si verificava con il risultato di 2-2 (Iphone Santoni)".

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