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Con un Cristiano Ronaldo così, i quarti di Champions non fanno paura al Real (VIDEO/FOTO)

Cr7 è il leader indiscusso della squadra. Sono suoi i gol che fino ad oggi hanno permesso al Real Madrid di cavalcare l’Europa da protagonista. Ma tutto ciò potrebbe non bastare e Mourinho lo sa perchè i blancos continuano a soffrire troppo in fase difensiva. E nella Coppa dei dettagli, questo non è un aspetto da poco…
A cura di Alessio Pediglieri
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La Champions League non dev'essere un'ossessione ma un sogno. Questo diceva Josè Mourinho ai tempi dell'Inter, quando al club nerazzurro mancava il trofeo continentale da oltre 40 anni. Risultato? Il successo – con Triplete annesso – del 2010. Oggi, al Real, la musica per il portoghese non sembra essere cambiata. L'obiettivo principale è e resta l'Europa. Dopotutto, nell'epoca del Barcellona di Pep Guardiola, si è già tolto la soddisfazione di primeggiare in Copa del Rey e in Liga. Adesso è il momento della laurea continentale. Un obiettivo che però dovrà passare da un ulteriore salto di qualità dell'intera squadra oggi aggrappata alle intuizioni di Mourinho e ai gol di Cristiano Ronaldo.

Dalle polveri all'altare europeo – Quest'anno le merengues hanno trascorso momenti davvero infernali, soprattutto tra le mura amiche della Liga, vinta l'anno scorso contro ogni pronostico e oggi vera ‘croce' di Mourinho e dei suoi giocatori. Non si può dire però lo stesso del cammino in Champions League dei Blancos dove sembra abbiano davvero riversato ogni energia psicofisica alla ricerca di quello che è il trofeo più importante e che manca da troppo tempo in casa madridista. E in Europa, il Real non ha mai deluso le aspettative uscendo a testa alta in quel ‘girone di ferro' che vedeva gli spagnoli giocarsi due posti per gli ottavi contro Manchester City, Ajax e Borussia Dortmund. Alla fine, ha avuto ragione il solito Mourinho, capace di amministrare il girone vincendo le prime due gare, in casa coi Citizens e in Olanda, rifilando ai giovani speranzosi Lancieri un 4-1 che ha rimesso a posto i valori in campo. Solo il Borussia Dortmund ha saputo reggere l'urto Real battendolo in Germania e uscendo indenne con un importantissimo 1-1 dal Bernabeu. Per il resto, la qualificazione non è mai stata messa in dubbio. E nella ‘Coppa dei dettagli' come ama solitamente chiamarla Mourinho, ai risultati si è sposato anche quel briciolo di buona sorte che non guasta mai nei momenti che contano. Se infatti nel gruppo iniziale il percorso è stato gestito al meglio, nella doppia sfida contro il Manchester di Ferguson, è servito un errore dell'arbitro perchè il real uscisse vincente dall'inferno di Old Trafford. Ed è proprio questo ultimo doppio match a lasciare qualche perplessità sulla tenuta della squadra: nei 180 minuti giocato contro i red devils – e come ha poi ammesso lo stesso Mourinho – il Real non si è espresso al meglio, anzi. Ma dai quarti in poi – chiunque sarà l'avversario – servirà un altro tipo di approccio e mentalità.

Un CR7 strepitoso e la difesa ‘ballerina' – Cristiano Ronaldo, l'eterno secondo a Messi, ha ancora preso in mano la squadra a livello internazionale. E' lui il faro, il centro di gravità permanente di una squadra che gode anche di altri ottimi solisti ma alla fine si ritrova a chiedere al portoghese di togliere le castagne dal fuoco. 8 reti in altrettante partite non sono un caso anche perchè (come negli ottavi) i suoi gol sono risultati decisivi ai fini della qualificazione. Un punto di riferimento e un terminale offensivo che si sposa al meglio nel gioco madridista dove sono cresciuti in mezzo al campo anche i vari De Maria e Ozil, altri scudieri della banda-Mou e dove in avanti Benzema e Higuain hanno saputo accettare turn-over e una gestione ad intermittenza in base alle necessità del momento. Tutto ciò ha nascosto però la pecca che al momento il Real non è riuscito ancora a risolvere, quella di incassare troppe reti. La porta madridista non è mai rimasta inviolata in Coppa, subendo 11 reti. Troppe, per chi vuole proseguire nel sogno Champions e Mou lo sa. Ma non ne parla e non affronta l'argomento pur sapendo di avere un tallone d'Achille che potrebbe rivelarsi determinante.

Successo o rivoluzione, le due alternative Real – Sarà l'ultima stagione di Mourinho? Alcuni dicono sì, altri no, altri ancora aspettano di vedere fino a dove si spingerà questa sua creatura a livello internazionale. Certo è che da quando siede sulla panchina madridista lo Special One ha dato modo di far parlare di sè e del suo futuro in ogni occasione, sia nel momento delle vittorie sia in quello delle sconfitte. Una stagione a dir poco tormentata e che nella prima parte ha rischiato davvero di pregiudicarne il cammino. Ma fin qui, solo chiacchiere. Come quelle attorno all'altra stella di primaria grandezza, Cristiano Ronaldo. Altro portoghese in terra spagnola, altro punto di riferimento di squadra e tifosi. Per lui si sono aperte le porte del mercato, da Manchester (City o United) a Parigi: tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Anche lui – come il suo connazionale – ci ha messo del suo, provando qualche mal di pancia di troppo. Questo non significa che però la società stia dormendo sugli allori. Chi è vicino al mondo madridista giura che sul taccuino di mercato ci sono già nomi oramai ‘certi', come quello di Bale (per Higuain?) o del solito Neymar sempre più conteso nel derby con il Barcellona. Ma al momento contano solo i risultati e questi non mancano, come la doppia vittoria nel Clasico sul Barcellona in Liga e in Copa del Rey (che è valsa la finalissima contro l'Atletico) e l'accesso ai quarti in Europa. Oltre tutto, mai prima in stagione, il Real aveva dato una così forte continuità ai propri risultati: adesso sono 6 le gare di seguito vinte e non sembra proprio che ci si voglia fermare sul più bello. E Parigi può dunque aspettare.

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