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Con la VAR, nessun rigore su Vazquez ma l’Uefa prende tempo: ecco perché

La Juve ha invocato la moviola in campo nelle competizioni europee. Con l’assistent refree probabilmente Oliver avrebbe rivisto la propria decisione. Anche Infantino è d’accordo, ma l’Uefa tentenna: serve un’organizzazione immensa, risorse imponenti. E soprattutto una percentuale di errore pari a zero.
A cura di Alessio Pediglieri
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Nel segno della VAR: l'assistenza telematica all'arbitro oramai sta diventando una delle priorità irrinunciabili. L'ha adottata per prima la Serie A facendo da spartiacque, già molte altre federazioni europee si stanno attrezzando per le prossime stagioni, persino la FIFA ha deciso di inserirla ai Mondiali. Ma in Champions e Europa League ancora non c'è e probabilmente non ci sarà nemmeno il prossimo anno.

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A poche ore di distanza dalla beffa di Madrid, tutta la Juventus – Agnelli in primis – ha urlato in faccia alle istituzioni continentali l'assoluto bisogno di avere la moviola in campo. L'errore di Michael Oliver – almeno dal punto di vista bianconero – è imperdonabile e soprattutto sarebbe stato evitato non con l'assistente di linea, già presente ma inefficaca bensì proprio con la VAR.

La risposta? C'è stata ma senza clamorose anticipazioni: l'UEFA ci sta pensando, si sta organizzando, sta valutando il da farsi. Ha accolto le rimostranze e le recriminazioni della Juventus, ma non si tratta di creare una struttura per un campionato. C'è da cablare gli stadi in giro per l'Europa, facendo fronte a tutte le realtà che si affacciano alle Coppe.

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Se è vero che per ogni stadio italiano – ad esempio – ci vuole un sistema di cablaggio già sperimentato e seguito sotto l'egida dei delegati Figc e loro affiliati (come gli arbitri dell'AIA) e che circa due ore prima di ogni incontro si devono svolgere le prove generali per la garanzia che il sistema funzioni senza impedimenti nel momento della partita, moltiplicando il tutto per le centinaia di società che partecipano alle due coppe europee, si comprende (solo in parte) l'immensità del lavoro da svolgere.

A mettere fretta all'Uefa, però non c'è solo il club di turno (questa volta la Juventus).  La Uefa prende tempo, convinta che prima di applicare la tecnologia si debba avere la sicurezza che il sistema sia perfetto, con una percentuale di errore vicinissima allo zero. Il sistema però secondo la Fifa è già pronto, tanto che lo adotterà dalla prossima Coppa del Mondo in Russia.

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Lo spiega il presidente della Fifa, Gianni Infantino. "Sostenere risultati più equi è una questione di rispetto verso il lavoro dei professionisti del mondo del calcio e la passione di milioni di fan: Il calcio ha fatto un grande passo in avanti decidendo di adottare l'uso del video assistant referees. Non lo dico solo come dirigente che ha sostenuto a lungo questa iniziativa, ma innanzitutto come tifoso di calcio"

Il pensiero di Infantino è chiaro e collima con quello della dirigenza della Juventus. Con una semplice differenza: non si hanno eventuali vantaggi personali, si vuole il supporto tecnologico per garantire maggior equità e giudizio su un gioco che coinvolge appassionati, sponsor e milioni di interessi collaterali.

Una componente importante dell'arbitraggio è soggettiva, e per questo dovremo sempre contare sul giudizio umano, che è fallibile per natura, ancor più quando sotto una pressione enorme. Tuttavia, abbiamo l'obbligo di fornire agli ufficiali di gara tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per aiutarli a prendere le decisioni nel modo più accurato possibile

Sicuramente per la prossima stagione le competizioni Uefa saranno ancora prive di VAR: a differenza di un Mondiale, l'organizzazione è immensa e il rischio di ritrovarsi con una tecnologia che fa cilecca sarebbe inammissibile. Giusto il ragionamento dell'Uefa di accettare le richieste e programmare un cammino verso il futuro ma è anche doveroso non precorrere i tempi per non rovinare il tutto.

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