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Con la Brexit sarà rivoluzione in Premier League, con il tetto per gli stranieri

La Brexit produrrà grandi cambiamenti anche nella Premier League. La federcalcio inglese alle società ha proposto di abbassare il limite di giocatori non inglesi che entro la fine del 2020 dovrebbe passare da 17 a 12. Il problema è serio perché 13 squadre su 20 hanno più stranieri che giocatori nati in Inghilterra. Manchester City e Tottenham hanno ben 17 stranieri.
A cura di Alessio Morra
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Il consiglio dei ministri del governo britannico, guidato dalla Premier Theresa May, ha deciso di adottare l’accordo sulla Brexit definito tempo fa con l’Europa. Ci vorranno ancora tante riunioni per ratificarlo, ma il più è fatto. E adesso con la Brexit inizierà un nuovo percorso anche per le società della Premier League. La federcalcio inglese ha deciso di far aumentare il numero dei giocatori cresciuti nel settore giovanile e chiederà a tutte le società di ridurre il numero di stranieri che potrebbe passare, molto presto, da 17 a 12.

Il campionato inglese è il più ricco del mondo, tutte i club di Premier League hanno la possibilità di spendere tanto e cercano di acquistare giocatori di prima fascia in ogni angolo del globo e così si trovano tantissime squadre composte con una larghissima maggioranza dagli stranieri. 13 club di Premier hanno più stranieri che giocatori inglesi. Il Manchester City ne ha 17 di stranieri, numero identico per Watford, Brighton, Tottenham e Huddersfield, le londinesi Fulham, Chelsea e West Ham ne hanno 16 come il Liverpool, l’Arsenal 15, ne ha 14 Mourinho on il Manchester United. La squadra più inglese è il Bournemouth che ha solo 5 stranieri.

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Se i club diranno di sì alla proposta della federazione ci sarà una vera e propria rivoluzione. Anche in questa stagione le squadre di Premier possono avere un massimo di 17 giocatori stranieri sui 25 della rosa. Per gli stranieri c’è una divisione, nessun limite per i comunitari, uno preciso per gli extracomunitari. Possono arrivare in Inghilterra solo quelli che hanno il 75% di presenze con le proprie nazionali negli ultimi due anni. Se l’accordo non verrà trovato tra club e federcalcio la regola del 75% di presenze varrebbe così anche per i giocatori comunitari, e sarebbe un vero choc per tante squadre che sarebbero costrette a cedere giocatori anche molto importanti, ma che magari non hanno il posto fisso in nazionale e l’hanno abbandonata. Se la regola si applicasse già da oggi rischierebbero anche Mata e Martial, o il portiere Cech, ma anche Zappacosta. Qualunque sarà la decisione il cambio non sarà imminente perché ci sarebbe un periodo di transizione che durerà fino alla fine del 2020.

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