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Compra i biglietti per tutta la famiglia ma finisce in tribuna: la strana storia di Zinchenko

Per il match del City a Dontesk di Champions League l’esterno ucraino aveva comprato 27 tagliandi a tutti i familiari convinto di meritarsi almeno un posto in panchina. Invece Guardiola, dopo averlo inserito tra i convocati lo ha escluso dai 18 finali relegandolo a vedere la partita in tribuna.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' uno dei nomi nuovi di Pep Guardiola, un esterno difensivo interessante, giovane, dotato di buona qualità. E che ha voglia di emergere e mettersi in mostra non appena vi sia l'occasione. Ma si sa, il tecnico catalano sa gestire i giovani, li sa far crescere senza fretta nè ansia. E così, anche Oleksandr Zinčenko 21enne giocatore poliedrico del Manchester City, della nazionale Under-21 ucraina e della nazionale ucraina.

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Vittima, suo malgrado, di una notte da Champions League da dimenticare anche se la sua squadra ha vinto nella trasferta giocata contro lo Shaktar Donetsk, a due passi da casa. Perché Zinchenko non è sceso in campo, finendo in tribuna per scelta tecnica di Guardiola che  – senza saperlo – ha infranto i sogni di gloria di un ragazzo.

Il ritorno a casa e i biglietti acquistati

Proprio nel giorno più importante, del ‘ritorno a casa', in Patria, grazie al destino che gli ha riservato la Champions, Zinchenko compra i biglietti per tutta la famiglia, ben 27 tagliandi, sicuro di potersi ritagliare un attimo di protagonismo meritato. E invece, non solo non gioca ma non scende nemmeno in panchina a bordo campo.

Prima la convocazione, poi la beffa

Guardiola lo aveva regolarmente inserito nei convocati per la gara europea ma alla fine tra i 18 finali non aveva inserito il suo nome. Una beffa, mentre nei giorni precedenti lo stesso giocatore era convinto di meritarsi almeno iun posto tra le riserve. Prima l'infortunio di Delph aveva fatto scalare gerarchie al giovane centrocampista che all'occorrenza sa giocare anche da difensore. Poi i guai fisici di Mendy di cui è naturale sostituto, altro indizio di buoni auspici. Da qui la convinzione di una possibilità di essersi guadagnato almeno un posto a fianco di Guardiola nel suo ritorno a casa. E invece, la beffa finale: in tribuna insieme ai parenti.

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