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Come cambia il Barcellona: Coutinho sarà l’erede di Iniesta

Klopp l’ha trasformato da attaccante esterno a creativa mezzala sinistra. Il ruolo che oggi al Barcellona occupa Iniesta. Valverde potrebbe aver trovato l’erede dello spagnolo. Ma può impiegarlo anche nel suo ruolo originario o da seconda punta.
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L'affare si fa. Per 150 milioni, e una clausola rescissoria da 400, Philippe Coutinho torna a Barcellona. Dopo la parentesi all'Espanyol di Pochettino, però, stavolta illuminerà il Camp Nou. Coutinho è il trentesimo brasiliano nella storia del Barcellona, un legame iniziato nel 1948 con Da Silva, che gioca solo tre partite. Nessuna nazione ha fornito più stranieri agli azulgrana. Alla fine di un corteggiamento lungo, anticipato anche troppo presto da Nike, è diventato il terzo giocatore più pagato nella storia del calcio, destinato ad aumentare le opzioni e le variabili per il tecnico Valverde.

La Nike anticipa il trasferimento

L'annuncio da parte dello sponsor, a firma non ancora apposta sul contratto, ha rischiato di complicare l'affare. "Philippe Coutinho è pronto ad accendere il Camp Nou. Acquista la maglia 2017/18 con la tampa del nome del Mago. La personalizzazione gratuita è disponibile fino al 6 gennaio" si leggeva su un banner sullo store ufficiale, rimosso dopo pochi minuti.

Il Barcellona non si è mosso dall'ultima offerta, 110 milioni più 40 di bonus, ma il Liverpool ha alzato la richiesta: Coutinho, che aveva consegnato un'esplicita “transfer request”, una richiesta di trasferimento, dovrebbe coprire la differenza di una quindicina di milioni. Un po' come Fabregas che rinunciò a 4 milioni di premi che gli doveva l'Arsenal per passare in blaugrana. In prospettiva, oltre al contratto fino al 2023, c'è proprio la partnership rinforzata con Nike, sponsor personale del giocatore e del Barcellona.

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All'Inter vanno 2,4 milioni

L'affare interessa anche l'Inter che l'ha prelevato dal Vasco da Gama a 18 anni nel 2010 per 3,5 milioni. Un colpo rivendicato con orgoglio al Corriere dello Sport dall'allora direttore sportivo Marco Branca. Lo voleva anche il Real Madrid allora, ma la famiglia mantiene la parola con il club nerazzurro, costretto poi a cederlo al Liverpool, dopo un prestito all'Espanyol, per 10 milioni più 3 di bonus a gennaio 2013. "Quella con il Liverpool non fu un’operazione tecnica: c’era una questione di bilancio sul tavolo, la società cominciava ad avere difficoltà. Coutinho se ne è andato per questo" ha spiegato alla Stampa. Al momento della cessione, l'Inter si accorda anche per una percentuale dell'1,5% sul successivo trasferimento del brasiliano. L'affare-monstre frutterà 2,4 milioni per le casse nerazzurre.

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I numeri: il terzo assistman dei Reds

Nei cinque anni al Liverpool ha segnato 54 gol e fornito 43 assist, in tutte le competizioni. Nessun giocatore in questo periodo ha contribuito di più alle reti dei Reds. Coutinho, terzo miglior assist-man di sempre del Liverpool in Premier League, 76 in 152 presenze, dietro solo a Steven Gerrard (92) e Steve McManaman (58), ha segnato quest'anno una volta ogni due partite. E nessuno, in Premier League, ha firmato più gol da fuori area da quando è arrivato in Inghilterra (19 in Premier League).

Ideale erede di Iniesta

Klopp l'ha trasformato da attaccante esterno in una mezzala di possesso, da 41 passaggi chiave in campionato finora. “Adesso gioco più dietro” spiegava dopo la trasferta di Champions League a Mosca contro lo Spartak. “E' una posizione che mi rende molto più coinvolto nel gioco, sento che mi sono adattato bene. Mi piace”.

Il brasiliano, scrive Richard Jolly su ESPN, “è il numero 10 che non ha mai giocato da numero 10. La sua non è quasi mai una posizione fissa, ma tende a scivolare verso la fascia, spesso quella sinistra”. Ha iniziato da estremo sinistro nel tridente, ha finito da mezzala su quel lato in un centrocampo a rombo. A giudicare dalla heatmap che definisce come ha occupato il campo finora in Premier League, la sua posizione potrebbe essere proprio quella occupata ora da Iniesta.

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Spesso primo anello dello scivolamento orizzontale del Lierpool, una squadra abituata ad attaccare attraverso il controllo degli spazi di mezzo, Coutinho non è un playmaker alla Xavi, capace di visioni intuitive e aperture a un tocco. Ma è un giocatore abituato a giocare un calcio rapido, ftto di gestione del possesso e trasformazione dello spazio in opportunità, che tende a partire largo a sinistra e tagliare dentro in diagonale con la palla ma non lascia la squadra sbilanciata in fase di non possesso: i 4,14 tackle di media della scorsa stagione lo confermano.

Opzione 2: seconda punta in un centrocampo a rombo

C'è anche un'altra possibilità interessante, una possibile evoluzione del 4-4-2 che sta rivitalizzando Messi e ha acuito la crisi del Real Madrid. La Pulga infatti, che formalmente parte da seconda punta, occupa gli spazi classici che appartengono a un trequartista e trasforma il modulo in una creatura mobile, con Paulinho che accompagna e regala ampiezza sulla destra e Iniesta che controlla i corridoi interni per favorire le sovrapposizioni di Jordi Alba.

Non è escluso che Valverde, partendo da queste premesse, decida di dare seguito alle inclinazioni e ai movimenti dell'argentino e di passare al centrocampo a rombo. O a diamante, come lo chiamano gli inglesi, immagine in questo caso preferibile per rappresentare la qualità di un quartetto d'archi con Messi a rifinire.

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In questa configurazione, Coutinho potrebbe affiancare Rakitic, con Busquets restituito all'antico ruolo davanti alla difesa, oppure tornare attaccante esterno, seconda punta atipica, chiamato a portare il terzino avversario fuori posizione e liberare l'area per Suarez, favorendo al contempo gli inserimenti da dietro delle mezze ali.

Opzione 3: ritorno al 4-3-3

Con un talento certo non ortodosso, non facilmente inquadrabile, difficile da fermare quando parte in progressione, capace di saltare l'uomo e di usare entrambi i piedi, anche il ritorno all'iniziale 4-3-3, magari come soluzione in corsa, come opzione alternativa in corso d'opera, non sarebbe ipotesi da scartare.

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Con Coutinho più alto, il sacrificato sarebbe Paulinho, ala più classica, con un ottimo senso dell'inserimento alle spalle del terzino avversario (chiedere per credere a Marcelo). Un'eventuale tridente con Coutinho, Messi e Suarez riproporrebbe le virtù del trio con Neymar, il più prolifico nella storia blaugrana, nutrito di simmetria e imprevedibilità. Un gioiello, un campione per tutte le stagioni.

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