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Come arrivano Milan e Inter al Derby della Madonnina

Il terzo posto ha aumentato l’autostima rossonera e Montella può contare su un momento psicofisico ottimale. Diversamente, per Pioli, le marce sono forzate. Il tecnico nerazzurro dovrà puntare sulla semplicità e affidarsi al fido Candreva, già suo giocatore alla Lazio.
A cura di Alessio Pediglieri
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Quattro giorni al derby. Gara che da sempre diventa spartiacque delle stagioni di Inter e Milan. Due realtà unite ultimamente dall'involuzione dei risultati, dall'assenza in Europa, da una proprietà che dalle grandi famiglie imprenditoriali italiane è passata in mano a investitori asiatici. Voglia di riscatto è la parola d'ordine: al Milan c'è la certezza di poter continuare a fare bene dopo aver conquistato e mantenuto il terzo posto, all'Inter la speranza che il capitolo de Boer sia stato già cancellato e che con Pioli inizi un altro campionato.

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Qui Milan

Terzi con lode – A star meglio, ovviamente è il Milan. Favorito sulla carta ma non solo perché i rossoneri stanno vivendo un momento psicofisico ottimale. In classifica si sono affacciati in Zona Champions contro ogni aspettativa, approfittando dello scivolone dell'Inter e dei passi falsi del Napoli, riuscendo ad inserirsi nel vuoto di potere dietro a Juventus e Roma. Ma soprattutto Montella è riuscito a tenere la squadra in quelle posizioni, nessuna toccata e fuga. Oggi il Milan è una realtà e arrivare alla pausa da terzi della classe ha contribuito ad aumentare la propria autostima mentre per 10 giorni non si era obbligati a giocare.

La saggezza di Montella – Montella ha in mano una rosa più che modesta ma la sta facendo giocare al meglio. In difesa ha scelto la linea tracciata da Mihajlovic, dimostrando saggezza e furbizia: ha lasciato Donnarumma al suo posto, ha insistito su Romagnoli, De Sciglio oramai è un titolare di fascia. Ha rivitalizzato anche il povero Paletta che sembrava verso la deriva. A centrocampo, senza Montolivo, ha saputo riordinare ruoli e idee: la possenza fisica di Kucka, la duttilità di Bonaventura sono servite per dare forza e qualità. Mentre in avanti ha puntato sì su Bacca, ma senza dimenticare Niang (prima dell'infortunio) e l'ultimo arrivato Lapadula facendoli sentire sempre parte integrante del progetto.

Derby in discesa – Oggi, il Milan ha tutto per continuare a sorridere: giocherà davanti alla San Siro rossonera, ha 8 punti di vantaggio sui nerazzurri, si presta a scendere in campo con i suoi uomini migliori. Dovrà anche salutare al meglio lo storico ad, Adriano Galliani, arrivato al capolinea dopo la trentennale avventura in società. Punti deboli non sembrano essercene. Se ad agosto Montella diceva che l'Inter era la squadra su cui il Milan doveva fare il campionato, ottenendo sorrisini e sarcasmi, oggi il tecnico romano ha dimostrato di aver ragione e di avere vinto se non la guerra, almeno la sua prima battaglia.

Qui Inter

La partita peggiore – Il derby arriva invece nel peggiore dei momenti per l'Inter. La società ha cambiato guida tecnica non senza polemiche e crisi di rigetto. Una pausa lunga e tortuosa dove se non si è giocato non si è potuto nemmeno rilassarsi mentalmente ricaricando le batterie. Le marce nerazzurre appaiono forzate. E' vero, il derby è una gara che offre stimoli ed è imprevedibile ma un debutto per Stefano Pioli un po' più morbido nessuno lo avrebbe negato. Avere più tempo per inserirsi nei meccanismi, farsi conoscere, sarebbe stato necessario. Il derby poteva arrivare fra 2-3 partite e sarebbe stato molto meglio.

La semplicità di Pioli – Il tecnico è alle prese con le scelte da fare e il rischio evidente è che qualsiasi cosa scelga, sbagli. Per questo, alla fine opterà per la soluzione più semplice, inserendo i giocatori nei rispettivi ruoli. Poi toccherà a loro dimostrare sul campo le qualità. Di più non può fare e ha già fatto molto: ha provato Kondogbia e Gabigol contro il Chiasso, sta caricando mentalmente Brozovic (uno che serve come il pane a centrocampo), ha anticipato a domani la conferenza per avere tutto un intero sabato per allenare, con il rientro dei nazionali. Di più non gli si può chiedere né pretendere. Il suo ago della bilancia sarà il fido Candreva, che aveva già ai tempi della Lazio e subito a lui si affiderà, nella speranza di venire ripagato nel miglior dei modi.

Tutto su Icardi – La formazione resta un piccolo grande rebus perché nella testa di Pioli ci potrebbero essere già delle novità importanti ma rischiarle alla prima, contro il Milan, avrebbe il sapore dell'ennesimo harakiri nerazzurro. Quindi opterà per le cose più semplici: fraseggio, possesso, ricerca di Icardi. Che, al contrario di quando vede la Juventus, con i milanisti è ancora a secco. Un problema se si pensa che l'argentino è il terminale delle azioni nerazzurre. Così avvicinerà Candreva cui verrà chiesto di fare da seconda punta e da esterno. Un lavoro improbo mentre a centrocampo potrebbe venire sacrificato inizialmente Banega, a favore di Brozovic che conosce già meglio il campionato e che Pioli ha già affrontato da avversario.

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