Come a Cardiff: fenomeno Ronaldo, cancella la Juventus
Trovare gli aggettivi più adatti per raccontare le sue partite e i suoi gol, è ormai diventata un'impresa impossibile per tutti. Dopo aver fatto piangere la Juventus nella finale dello scorso maggio, Cristiano Ronaldo ha nuovamente cancellato dal tabellone europeo la Juventus di Massimiliano Allegri e lo ha fatto con la sua solita devastante classe. Davanti al Pallone d'Oro, non è infatti servito il cuore e l'orgoglio di Buffon e compagni. Alla fine il Real Madrid ha vinto anche con troppa facilità, favorito dalla prima rete di CR7 e aiutato dalla seconda del portoghese: una prodezza che si candida di diritto per diventare il gol dell'anno.
Alla squadra di Massimiliano Allegri, specialmente nel primo tempo, non si può certo dire nulla. La Juventus se l'è giocata, ha creato un paio di buone occasioni ma ha finito per sbattere nuovamente il muso sul muro madridista e per lasciare spazi troppo invitanti allo straordinario reparto offensivo dei "Blancos". Tra pochi giorni ci sarà il ritorno, ma a questo punto è tutto relativo. Il 3 a 0 condanna i bianconeri ed esalta nuovamente lo squadrone di Zidane e Cristiano Ronaldo: sempre più lanciato verso la finale di Kiev.
CR7 non perdona
Mentre Roma aspetta Leo Messi, a Torino il pericolo pubblico numero uno è Cristiano Ronaldo. Dopo aver contribuito alla magica notte di Cardiff, il portoghese ha infatti lasciato il segno anche nel primo tempo dell'Allianz Stadium: quarantacinque minuti che, al di là del gol incassato dopo solo tre giri d'orologio, la Juventus ha ben interpretato con un 4-4-2 privo di Pjanic e Benatia e con Matuidi in panchina. Se Allegri è però stato costretto a ridisegnare la sua formazione, a causa anche degli infortuni, Zidane ha invece curiosamente scelto lo stesso undici che nel maggio scorso vinse in Galles: dieci uomini più lui, quello con la maglia numero sette.
Nonostante non servissero conferme anche questa prima parte di gara ha dimostrato che, di fronte ad una squadra che dalla cintola in sù è devastante, giocare bene non basta. Serve grande attenzione (che è mancata sulla zampata di CR7) e anche una buona dose di fortuna. Trascinata da un Higuain sempre più leader, la formazione bianconera ci ha comunque provato con coraggio e orgoglio (clamoroso il miracolo di Navas sull'argentino e l'errore di Chiellini), anche se ha dovuto abbassare la testa di fronte agli spagnoli: pericolosi e vicini al raddoppio, con il destro di Kroos finito sulla traversa di Buffon.
Lo Stadium applaude
Nella prima parte della ripresa, è stata sempre la Juventus a fare la partita anche se è Cristiano Ronaldo non è riuscito a sfruttare la sua grande occasione: destro da posizione defilata, finito fuori di un nulla. Meno preciso nei passaggi rispetto all'avversario, nonostante lo spavento l'undici di Allegri ha provato ad approfittare della strategia conservativa delle "Merengues": una scelta testimoniata dall'uscita di Benzema per far posto a Lucas Vazquez. Nel momento peggiore del Real Madrid, che stava soffrendo il ritorno dei piemontesi, nel giro di due minuti è però calato il gelo sullo Stadium. Il gol da cineteca di Cristiano Ronaldo (rovesciata volante su cross di Carvajal), ha infatti anticipato di qualche secondo il secondo giallo di Dybala che, dopo un intervento scomposto sull'avversario, ha lasciato i suoi in dieci e di fatto bloccato ogni velleità di riscatto bianconero.
Di fronte alla bellezza della giocata del portoghese, facilitata dall'errore di Chiellini ad inizio azione e salutata dall'applauso di tutto lo stadio di Torino, la Juventus ha così finito per crollare definitivamente. Colpiti al cuore e in inferiorità numerica, i ragazzi di Allegri si sono consegnati ai campioni d'Europa: in rete anche con Marcelo al 72esimo, dopo un "dai e vai" con uno scatenato CR7. Dopo la traversa di Kovacic e un errore di CR7 (che ha sfiorato il poker), l'arbitro turco Cakir ha mandato tutti sotto la doccia e messo fine alla debacle bianconera e allo spettacolo di Cristiano Ronaldo: sempre più bestia nera della vecchia signora.