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Cinque cose che ci aspettiamo dal nuovo ciclo Azzurro

Domani la Nazionale torna in campo dopo il naufragio contro la Svezia. I test contro Argentina e Inghilterra segneranno la ripartenza dell’Italia, in attesa di conoscere quale sarà il nuovo commissario tecnico.
A cura di Jvan Sica
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C’è una strana euforia intorno all'Italia che si è da poco riunita a Coverciano e giocherà le prossime due amichevoli contro Argentina e Inghilterra. Forse in Italia dobbiamo davvero toccare il fondo per ritornare a interessarci di qualcosa a cui invece dobbiamo tenere sempre come il benessere del nostro calcio e della Nazionale in particolare. Bene che ci sia questo clima da primo giorno di scuola e tutti siamo ansiosi di capire se un nuovo ciclo è possibile, anche se inizia con un Di Biagio che non dovrebbe restare (ma mai dire mai, ci potrebbe essere la svolta).

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Di sicuro già da queste prime due amichevoli bisogna invertire una tendenza e risolvere cinque nodi strategici per potersi mostrare al mondo con una faccia migliore e sicuramente più moderna rispetto a come siamo scesi in campo nell’ultima parte della gestione Ventura.

  • In primo luogo dobbiamo dare la possibilità ai vari calciatori che lo praticano nella loro squadra di club di giocare con un 4-3-3 senza grandi stravolgimenti tattici e senza cambiare il ruolo a giocatori che hanno nella loro testa questo modulo. Costruire un modulo in cui tutti sanno calarsi senza grandi differenze con quello che fanno con i propri club è un primo passo verso una ottimizzazione delle risorse che alla luce del dopo-Spagna venturiano risulta fondamentale.
  • In secondo luogo è da capire a chi affidare la quota fantasia della nostra squadra. L’Italia è da sempre una Nazionale ordinata, forte in difesa e che è sempre riuscita a risolvere empasse pericolose grazie a quel giocatore capace di avere il guizzo in più per farci vincere le partite. Chi deve essere quel calciatore? Insigne, Bernardeschi (infortunato per queste due partite), forse Berardi rimessosi dopo questo anno al Sassuolo, magari uno Chiesa moto responsabilizzato? Il futuro tecnico deve capirlo subito e dargli l’onore di pensare più in là rispetto a tutti gli altri.
  • Come deve giocare Verratti? Non è uomo da 4-2-4, lo abbiamo capito in Spagna. Non è regista arretrato lasciato troppo solo dalle mezzeali, lo abbiamo capito nel corso delle qualificazioni. Può giocare con un altro metodista come Jorginho? Se sì, quali devono essere i suoi compiti, da mezzala tattica, con chiari compiti di copertura o deve giocare da falso trequartista, con compiti offensivi. Vi prego, la verità su Verratti.
  • Scegliere ora il portiere che sostituirà Buffon. I tanti vice Buffon in questi anni hanno fatto brutte figure in Nazionale. Ma noi non ce ne siamo mai lamentati più di tanto perché avevamo l’originale. Ora che Buffon dovrà per forza dire addio (fosse anche dopo l’Europeo 2020), bisogna scegliere un titolare fisso della Nazionale e dargli il peso della responsabilità, senza cambiare idea magari dopo due partite sbagliate. Se il predestinato è Donnarumma, lasciamolo giocare con continuità, capiamo se ha davvero quegli skills da campione che tutti intravedono e costruiamogli una carriera solida in Nazionale. Se poi non sarà il nuovo Buffon, ci ritroveremo comunque un portiere valido su cui puntare.
  • Infine la Nazionale deve essere sempre quello che i calciatori e gli addetti ai lavori stanno provando in questi giorni. Deve essere importante, decisiva per le carriere dei calciatori. In un primo momento queste aspettative così grandi schiacceranno i nostri ragazzi, soprattutto i più giovani, ma chi ne uscirà sarà fortificato e pronto per le partite importanti da giocare in azzurro. La Nazionale deve essere un sogno prima, un onore appena raggiunta e poi un grandissimo onere. Fino a quando queste sensazioni fortissime non riempiranno i cuori dei nostri calciatori forse le cose non cambieranno mai.
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