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Cile nel caos, Sampaoli lascia: “Trattato come un criminale”

Il commissario tecnico dei sudamericani annuncia l’addio alla panchina della Roja: “La federazione ha colpito la mia dignità ed il mio onore”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La Nazionale di calcio del Cile piomba nel caos: non c'è pace per la Roja, che appena un anno fa vinceva il suo primo titolo continentale alzando al cielo nella finalissima dello stadio Nacional di Santiago la Coppa America 2015 dopo aver battuto ai rigori l'Argentina di Messi ed Higuain. Il commissario tecnico Jorge Sampaoli, che siede sulla panchina cilena dal 2012, ha annunciato quest'oggi l'addio alla guida della Nazionale, e qualcuno pensava che il tecnico potesse prendere la via dell'Italia, con destinazione Roma.

I rapporti tra il tecnico e la federazione erano già ai minimi termini, e allora è arrivata la decisione (per ora unilaterale) di chiudere il rapporto con il Cile. "Hanno colpito il mio onore e la mia dignità collegando il mio nome agli atti di corruzione riguardanti la precedente direzione", ha tuonato a Radio Agricoltura l'allenatore sudamericano, "tutto questo è inaccettabile: hanno pubblicato il mio contratto sui giornali e mi hanno fatto passare come un opportunista. Ed io in questo ambiente non voglio più lavorare", ha proseguito Sampaoli, "non avrei mai immaginato che potesse essere distrutta l'immagine di una persona che ha dato tanto al calcio cileno".

Il suo nome era stato accostato nelle ultime ore alla panchina della Roma, complice la fine dell'avventura di Rudi Garcia sotto il Cupolone, dopo i deludenti risultati degli ultimi mesi. E che Sampaoli abbia voglia di tornare ad allenare fin da subito, lo ha fatto intendere anche lui: "Dopo la Coppa America avevo grandi progetti, ma questo maltrattamento è inaccettabile. Sinceramente pensavo che mi lasciassero libero, non che mi tenessero come ostaggio". Parole al vetriolo che sanciscono la rottura tra il tecnico e la federazione. Chi può e vuole si faccia avanti. Jorge è pronto.

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