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La morte del calciatore Davide Astori

Ci sono tra i 50 e i 70 mila casi in Italia come Astori, si chiamano morti improvvise

A spiegarlo sono i cardiologi che parlano di patologie che non possono essere controllate, nemmeno tra i soggetti maggiormente sotto osservazione come gli sportivi. Aritmie, embolie, displasie: solo quando creano il danno si può intervenire, ma spesso è troppo tardi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non solo Davide Astori. Purtroppo le statistiche mediche parlano chiaro: in Italia ci sono dai 50 ai 70 mila casi di morti ‘improvvise', quei decessi che in medicina riuniscono i decessi per cause che sfuggono a qualsiasi tipologia di controllo. Come sembra essere accaduto al capitano dell Fiorentina, ritrovato morto nella sua stanza nel ritiro di Udine, poco prima di pranzo. E i dati parlano altrettanto chiaro: nessuno ne è immune, nemmeno gli sportivi, cioè le persone non solo più allenate ma anche le più controllate in assoluto.

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A sottolinearlo è stato il dottor Valerio Sanguigni, cardiologo dell'universita' Tor Vergata di Roma, all'Ansa, specificando che vi sono delle patologie talmente rare e fuori controllo che non possono essere diagnosticate o curate: quando si verificano, spesso, è troppo tardi. Si parla di problematiche dai nomi difficili per i più, come "la displasia aritmogena del ventricolo, una cardiopatia congenita" o ancora più in generale "ci puo' essere un'embolia polmonare, un vaso cerebrale rotto o una anomalia del ritmo cardiaco, fino a che non succede un evento grave pero' non emergono, e in molti casi rimangono inspiegate, anche se l'autopsia da' spesso indicazioni".

Il caso Astori

Nel caso di Astori, ovviamente, bisognerà attendere ovviamente l'esito proprio degli esami sulla salma prima di trarre qualsiasi conclusione. Il dottor Sanguigni prendendo spunto dal dramma del capitano della Fiorentina ha spiegato come nessun controllo è mai sicuro al cento per cento.

I controlli in Italia sono tra i migliori al mondo  ma ci sono patologie che sfuggono, anche molto rare. Purtroppo le aritmie cardiache sono imprevedibili, non e' vero che avvengono sempre dopo uno sforzo.  Le percentuali sono basse, ma l'epidemiologia prevede una serie di malattie genetiche latenti e sconosciute che sfuggono anche ai controlli che fa uno sportivo professionista

Gli studi sugli atleti professionisti

Dunque, a determinare l'arresto cardiaco possono essere problemi congeniti anche negli atleti olimpici. Secondo uno studio del 2015 dell'Istituto di Medicina dello Sport del Coni, possono nascondersi patologie cardiache. Gli atleti di 31 discipline estive e 14 invernali sono stati sottoposti all'elettrocardiogramma sotto sforzo e a riposo ma anche all'ecocardiogramma. Il risultato e' stato che su 171 soggetti sono state trovate anomalie cardiache, in 6 casi talmente gravi da determinare l'esclusione dalle competizioni

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