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“Chiuso per rapina”, a Parma la protesta di calciatori e tifosi

I tifosi gialloblu si sono ritrovati all’esterno del Tardini dove si sarebbe dovuta giocare Parma-Udinese per protestare in maniera pacifica contro i presunti responsabili della crisi emiliana. Nel frattempo sui social network spopola l’hashtag #saveParma.
A cura di Marco Beltrami
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I tifosi del Parma hanno mantenuto fede alla promessa fatta. Il popolo gialloblu si è ritrovato nei pressi dello stadio Tardini, dove si sarebbe dovuta disputare la sfida tra la squadra di casa e l'Udinese, che invece è stata rinviata per questioni di sicurezza legate alla presenza degli steward nell'impianto ducale, conseguenza della gravissima crisi del club ducale. La pioggia e le condizioni climatiche avverse non hanno fermato la manifestazione pro Parma, che si è svolta in maniera del tutto pacifica nonostante la contestazione nei confronti di coloro i quali sono stati considerati i responsabili della situazione attuale della società, che rischia seriamente di sparire dal calcio che conta. Dopo aver appeso cartelli e striscioni nei pressi dei cancelli dello stadio con scritte come "chiuso per rapina" o "chiuso per furto", o ancora "Ghirardi e Leonardi danni permanenti", il corteo dei circa mille supporters emiliani si è incamminato lungo lo Stradone Martiri della Libertà, una delle principali arterie della città. Tanti i cori contro l'ex patron Ghirardi e i Pietro Leonardi considerati i maggiori responsabili dell'accaduto, e anche nei confronti del nuovo patron Giampietro Manenti che finora non ha rispettato le promesse. Le forze dell'ordine hanno scortato la carovana dei tifosi che sono anche arrivati sotto l'abitazione del direttore generale Leonardi, ancora ricoverato in ospedale dopo il nuovo malore causato dallo stress accusato in settimana.

Pizzarrotti: "Manca chiarezza". Al coro di "Il Parma siamo noi" e "Portate i libri in tribunale", nel tentativo di procedere ad un fallimento pilotato, i tifosi si sono fatti sentire, contando anche sull'appoggio dell'amatissimo team manager del Parma Alessandro Melli, idolo della curva e del sindaco Pizzarrotti che ai microfoni di Parmalive.com ha dichiarato: "Quello che manca è una proprietà, chiara e determinata: è il punto focale per cambiare la situazione. Non credo sia possibile recuperare il rapporto con la presidenza attuale, anche se arrivassero i soldi, che poi di chi sono? E' una situazione troppo poco chiara per non chiedere l'intervento delle istituzioni, che sia il tribunale o altri. Domani c'è un incontro in tribunale, nei prossimi giorni ce ne saranno degli altri "tecnici" con le persone designate da Manenti. Vediamo cosa succede, l'altro giorno diceva di non voler lasciare, vediamo se lascerà la possibilità ad altri di entrare, che siano curatori in grado di entrare in contatto con imprese che vogliono rilevare o altre imprese vogliose di lavorare per il futuro e dare continuità. Cordata? Le voci sono tante, quello che non c'è adesso è chi si avvicinerebbe ad una situazione poco chiara con debiti che non si sa neanche quanti siano. Serve fare chiarezza, le voci ci sono ma senza la chiarezza non si può concretizzare nulla".

Tifosi e calciatori insieme per #saveParma. E come accaduto nella scorsa stagione a Bari, con la famosa campagna "Comprate la Bari", anche in quel di Parma tutti si sono mobilitati per sensibilizzare l'occasione pubblica e cercare soluzioni che possano salvare il Parma. E proprio con il motto #SaveParma, tifosi prima e calciatori poi hanno dato il via su Twitter e Facebook ad una mobilitazione per scongiurare la scomparsa del Parma dal calcio professionistico. L'appello è stato subito rilanciato dal capitano Lucarelli, da Palladino e da ex come Valiani e Pisanu. I tifosi nel frattempo nel caso non si dovesse giocare Genoa-Parma sono pronti a recarsi a Carpenedolo per una nuova manifestazione pacifica sotto l'abitazione del nuovo presidente Manenti.

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