Chi sono Emanuel e Samuele Vignato del Chievo che il Barcellona vuole in blaugrana
"Ma quanti anni hai? Sembri un dodicenne". Chievo-Roma del 2017, Francesco Totti si volta verso Emanuel Vignato (allora non ancora maggiorenne) gli fa un sorriso e lo accarezza in maniera bonaria. "E tu chi sei?", dice stupito l'ex capitano dei giallorossi. "Sono un ragazzo del 2000", la replica dell'esterno d'attacco clivense. Quel giovanotto che ha dinanzi a sé fa tenerezza: ha quasi 18 anni ma le sembianze di un adolescente. E' un'ala destra che può giocare anche da trequartista o seconda punta e nell'ultima stagione in Serie A è riuscita a ritagliarsi uno spazio tra i ‘grandi': 10 presenze, 1 assist e 1 gol all'Olimpico (ma contro la Lazio).
Il Barcellona sui fratelli Emanuel e Samuele Vignato
E tanto è bastato al Barcellona – ne dà notizia Di Marzio a Sky Sport – per bussare alla porta della società italiana e chiedere informazioni su quel ragazzo con la faccia da bambino che ha destano impressioni positive agli osservatori dei blaugrana sguinzagliati in Europa a caccia dei migliori talenti da portare nella ‘cantera'. Non da solo ma in compagnia del fratello, Samuele, di quattro anni più piccolo (è un classe 2004) e di ruolo differente: 15 anni, attaccante delle giovanili e della Nazionale di categoria. Il loro agente è già volato in Spagna per tessere la trama dei contatti e spianare la strada.
Le cifre dell'operazione, il Chievo chiede 8 milioni
Prima serve che le due società trovino l'intesa economica: il Chievo chiede 8 milioni di euro per cedere i loro cartellini, una domanda ritenuta eccessiva dagli iberici considerato anche il valore di mercato attuale del fratello maggiore, Emanuel, che non va oltre 1 milione di euro (secondo Transfermarkt). Operazione difficile? No ma i prossimi giorni potrebbero essere decisivi per il futuro dei due ragazzi italo-brasiliani finiti sotto i riflettori del Barcellona. Fortunati se riusciranno a trasferirsi in Spagna, un'opportunità di crescita umana e professionale importante. Peccato che il calcio italiano debba sempre lasciar partire i migliori.