Chi è Matthijs de Ligt e perché Cristiano Ronaldo lo vuole alla Juventus
Ha vinto lo scudetto e la Coppa d'Olanda. È il giovane capitano dell'Ajax che ha dominato Real Madrid e Juventus in Champions League e si è spinto fino alla semifinale. Matthijs de Ligt sembrava vicino al Paris Saint-Germain, secondo il quotidiano olandese De Telegraaf anche la fidanzata, la modella Annekee Molenaar, gradiva la prospettiva di andare a vivere in una delle capitali della moda. Ma dopo la finale persa in Nations League contro il Portogallo, cambia tutto. “Vieni alla Juve” gli chiede Cristiano Ronaldo. E per il diciannovenne che ha battuto tutti i record di precocità nella storia dell'Ajax, cambiano le prospettive.
Gli inizi
Da piccolo, De Ligt prendeva il treno da Abcoude, sulla ferrovia Amsterdam-Arnhem, per andare a vedere l'Ajax. “Ci eravamo trasferiti da Leiderdorp, eravamo andati a vivere vicino Amsterdam, era normale allora fare il tifo per l'Ajax” ha detto all'Independent. Entrato nelle giovanili degli ajacidi a nove anni, non avrebbe immaginato di ritrovarsi capitano in prima squadra in meno di un decennio. “A 16 anni ho cominciato a pensare che avrei davvero potuto farcela” aggiunge. De Ligt debutta in prima squadra il 21 settembre 2016, contro il Willem II. Passano 25 minuti e segna da calcio d'angolo. È il secondo più giovane marcatore nella storia dell'Ajax. È dietro solo a Clarence Seedorf. Gioca complessivamente venti partite in stagione. A 17 anni e 285 giorni, è il più giovane titolare in una finale europea: l'Ajax però cede in Europa League al Manchester United.
La crescita
La sua crescita, ha raccontato a Sky Sport Ruben Jongkind, ex coach nelle giovanili dell'Ajax, nasce da una discussione forte, quasi una frattura con gli allenatori dell'epoca. Tra il 2011 e il 2015 Jongkind ha sviluppato il cosiddetto Piano Cruyff che richiedeva più allenamenti individuali e si sviluppava su quattro principi. L'Ajax deve giocare un calcio attraente, metà della prima squadra deve essere formata da ragazzi delle giovanili che non sfigurerebbero nelle migliori otto squadre d'Europa, deve acquistare solo giocatori migliori di quelli presenti nelle giovanili e creare una cultura della prestazione. “Gli allenatori volevano che giocasse da difensore centrale. Noi abbiamo detto no. Perché uno dei suoi problemi riguardava la velocità delle sue azioni e delle sue decisioni. La cosa migliore per lui era giocare da centrocampista per sviluppare queste capacità che gli sarebbero tornate utili da difensore centrale in prima squadra”.
De Ligt, più giovane debuttante nella nazionale olandese dal 1931, in una serata da incubo contro la Bulgaria in cui la voglia di dimostrare di meritare quel posto lo conduce a due decisivi errori, diventa titolare stabile nel 2017. L'anno scorso vince il premio Golden Boy che Tuttosport organizza dal 2003. è il primo difensore nella lista. Diventa poi il più giovane capitano in una gara a eliminazione diretta in Champions League, poi il più giovane olandese a segnare in una di queste partite dai tempi di Nordin Wooter nel 1996, il più precoce a raggiungere le 100 presenze nell'Ajax.
Lo stile
Giocare nell'Ajax, dice, mette sempre pressione. “E la pressione è un bene, se sei in un grande club devi imparare a gestirla” dice. Si riconosce due qualità, lettura del gioco e comunicazione con i compagni. “Mi piace portar palla dalla difesa e iniziare l'azione: somiglio un po' a Pique” ha detto a ELF Voetbal Magazine lo scorso dicembre. L'idea di giocare in Italia lo stuzzicava allora. Perché in Serie A i difensori sono apprezzati. “Quando parli di Chiellini, Cannavari, Maldini, Baresi, Nesta… sono campioni per cui compri il biglietto. E non capita tanto spesso che la gente vada allo stadio per vedere i grandi difensori”.
Le statistiche
Ha completato l'ultima stagione di Eredivisie con 67.8 passaggi di media ogni 90 minuti, la quarta più elevata fra i difensori centrali con almeno 15 presenze. Una graduatoria guidata dal compagno di squadra Daley Blind. Ha completato un contrasto, 1.1 intercetti e vinto 3.9 duelli aerei a partita nell'ultimo campionato. Ha mostrato una crescente sicurezza nell'uno contro uno anche in area di rigore, e di affondare il tackle senza commettere fallo. I quattro rilanci a partita ne confermano l'importanza nelle due fasi.
Riferimento nell'uscita bassa del pallone
È un riferimento nell'uscita bassa del pallone, sempre più determinante nei principali campionati europei: la sua media di passaggi, infatti, non rientrerebbe tra le prime venti per un difensore centrale in uno dei cinque campionati del Big 5 nell'ultima stagione. Vista la linea difensiva alta, ha affinato anche le qualità di raddoppio e copertura a palla scoperta. Qualità che ha mostrato anche contro un avversario rapido come Bernardeschi nel quarto di finale di Champions contro la Juventus.
Certo, la rapidità e l'efficienza nel processo decisionale, che Jongkind aveva provato a migliorare facendolo giocare da play a centrocampo, necessitano ancora di qualche step. Anche il timing nei contrasti, magari se inserito in una squadra con uno stile di gioco differente, può garantire un ulteriore salto di qualità.
Cosa può dare alla Juventus
La sua mente, ha detto il suo agente Barry Hulshoff, “è costantemente occupata a capire cosa fare per diventare un difensore migliore. Dà sempre il 100%, fissa degli obiettivi chiari per se stesso e li raggiungerà se non avrà infortuni”. In una squadra come la Juventus di Sarri, che si affida molto ai difensori e al regista basso per iniziare l'azione, le sue caratteristiche potrebbero completare il reparto, offrire una sponda a Bonucci o un'alternativa a Chiellini. Potrebbe interpretare sia il ruolo del marcatore più classico, sia quella del primo regista nella coppia di centrali. Probabilmente senza togliere troppo in termini di leadership.
Un giovane con la personalità da veterano
È proprio questa, infatti, la qualità che più ha colpito Jamie Carragher. “Gli ho visto fare un discorso alla fine della stagione, parlando come se avesse 29 anni e non 19” ha detto a Sky. “Ha anche notevoli qualità fisiche. Ho giocato in quella posizione e a volte puoi abbatterti se trovi un attaccante più forte o più veloce di te se non sei pienamente formato dal punto di vista fisico. Ma De Ligt fisicamente è già maturo, ed è un notevole vantaggio”. I soldi, ha detto a Mundo Deportivo, “non sono il problema. Mi interessa solo che la squadra in cui andrò sarà protagonista in Europa e mi permetterà di giocare tante grandi partite”.