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Chi è Joe Lewis, il patron miliardario del Tottenham che vive a bordo di un super yacht

Aviva III è la ‘casa’ galleggiante del magnate inglese che vive per 9 mesi all’anno alle Bahamas. La sua storia inizia dal basso, quando a 15 anni lavorava nel Caffè di famiglia guadagnado 7 euro a settimana. Adesso, a 80 anni, è il quinto uomo più ricco d’Inghilterra e a bordo del suo super yacht ha una collezione d’opere d’arte valutata 1 miliardo di dollari.
A cura di Maurizio De Santis
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Lo chiamano ‘the boxer' per l'assonanza del suo nome, Joe Lewis, con la leggenda del pugilato, Joe Louis. Vive a bordo di Aviva III un super yacht costruito nel 2007, alto 220 piedi (circa 67 metri): un edificio di sei piani extra-lusso e con tutti i comfort – compreso un campo da tennis – coricati sul mare delle Bahamas, laddove il clima è mite e l'orizzonte si perde nelle sfumature di blu, dal cobalto all'azzurro polvere. Vi trascorre 9 mesi all'anno, durante gli altri 3 capita che la sua ‘casa' sia ormeggiata alla fonda lungo il Tamigi, nei pressi della Tower Bridge. A lui, 80enne proprietario del Tottenham, il quinto uomo più ricco d'Inghilterra con un patrimonio da 4.5 miliardi di sterline (in euro sono talmente tanti che nemmeno riuscite a immaginarli) era stato permesso di arrivare lì per attraccare nel cuore di Londra.

Lui, può. Gli piace il lusso ma non lo ostenta. Possiede proprietà in Argentina e in Bulgaria. In Florida, addirittura, c'è un complesso residenziale – Lake Nona – in continua espansione. Coltiva la bellezza ma niente di effimero perché ama circondarsi di opere d'arte, di cui (raccontano i tabloid) è un passionato: nella reggia galleggiante custodisce un tesoro, una collezione valutata un miliardo di dollari che annovera quadri di Picasso e Matisse, Chagalle e Mirò. Nel 2008 pagò circa 30 milioni di euro per un dipinto del pittore irlandese Francis Bacon. Lui, può.

Però centellina la propria immagine in pubblico e ha poche, strette amicizie: dai campioni di golf, quali Tiger Woods ed Ernie Els, fino all'attore scozzese Sean Connery. Proprio lui, 007. Ma non è un conquistare come l'agente segreto al servizio di sua maestà. Lewis è stato sposato due volte, la sua prima moglie è stata Esther Browne dalla quale ha avuto 2 figli, Vivienne e Charlie, prima di divorziare e poi ha sposato la sua ex assistente Jane.

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Cameriere a 15 anni. Com'è riuscito a fare fortuna Joe Lewis? Le cronache raccontano una storia cominciata dal basso, di quelle che puoi raccontare iniziando col più classico c'era una volta e fa iniziare tutto nel 1937 quando il miliardario proprietario degli Spurs era solo un ragazzino allevato sopra il pub di Roman Arms, nella zona est di Londra. Lasciò la scuola a 15 anni per lavorare nel caffè della sua famiglia come cameriere e guadagnava 6 sterline a settimana, poco meno di 7 euro (1 euro al giorno, facendo il raffronto con la valuta e i tempi attuali).

Dal Caffé alle speculazioni finanziarie. Ha iniziato così, poi s'è affidato al fiuto per gli affari e alla fortuna che gli ha baciato la fronte, accompagnandolo lungo il cammino che lo ha condotto dal gradino più basso fino alla speciale classifica di Forbes che censisce i personaggi più ricchi e influenti al mondo. Quella piccola azienda di famiglia divenne col tempo un business ben più importante nell'ambito del catering e della ristorazione, allargando i propri interessi ai negozi turistici e ai tour in autobus per gli stranieri che prima venivano scarrozzati per Londra e poi erano condotti a rifocillarsi nei suoi locali tra cui The Talk of the Town, il club che ha visto esibirsi Diana Ross, Tom Jones e Frank Sinatra.

‘My way' è quella giusta e la svolta per Lewis arriva definitivamente nel 1979 con la cessione della sua attività che gli fruttò 30 milioni di sterline (circa 34 milioni in euro) e un trasferimento alle Bahamas, una somma tale dedicarsi al mondo del trading valutario e delle speculazioni finanziarie.

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Miliardario in una notte. Si racconta che nel settembre del 1992 sia diventato un miliardario dopo un investimento effettuato nel giorno chiamato Black Wednesday quando decise di ‘scommettere' contro il meccanismo dei tassi di cambio europei e la sterlina prevedendone il collasso mentre la Gran Bretagna tentava di allinearlo con altri paesi dell'Euro. Diventò miliardario in una notte e il trucco gli riuscì così bene da ripeterlo anche con il peso messicano.

Il Tottenham. Il progetto Spurs nel Duemila e se ne occupa il suo braccio destro Daniel Levy, 56 anni, uomo d’affari inglese, dal 2001 presidente del club. Ma il legame con il calcio è iniziato alla fine degli Anni Novanta, quando Lewis, suo figlio Charlie e lo stesso Levy fondarono un fondo d'investimento chiamato English National Investment Company. Da allora a oggi, l'evoluzione di quel piano d'investimenti ha portato alla luce il centro tecnico di Enfield, con sedici campi più uno al coperto, inaugurato nel 2012, e un nuovo stadio: il White Hart Lane, in fase di ristrutturazione, passerà da 36 mila a 60 mila posti. Un impianto moderno, funzionale ma non solo destinato al calcio perché ospiterà anche eventi di football americano. Un modo per fare soldi, autofinanziarsi e investire quei capitali necessari a fare del Tottenham una big del calcio europeo e internazionale.

Lo stadio White Hart Lane del Tottenham
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