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Che sfida Modric-Diawara, ma Napoli punito al Bernabeu oltre i demeriti
A centrocampo il confronto più bello del match tra l’esperto croato e l’emergente Diawara. Real Madrid bravo a sfruttare i pochi errori del Napoli, ma che papera Navas in apertura.
A cura di
Mirko Cafaro
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Non basta al Napoli l'invenzione di Insigne, in apertura di match del Bernabeu, a indirizzare la gara con il Real Madrid sui binari più congeniali, nell'andata degli Ottavi di Champions League. I blancos trovano subito il pari con Benzema nel primo tempo e nel secondo dilagano con Kroos, servito da un super giocata di Cristiano Ronaldo (per il resto del match in ombra), e fanno tris con Casemiro, bravo ad approfittare di un rinvio incerto della retroguardia napoletana. Partenopei a cui va riconosciuto il merito di non essersi snaturati portando avanti la forza delle proprie idee, atteggiamento che al contempo è costato però qualche rischio di troppo agli uomini di Sarri.
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Che sfida Modric-Diawara, la forza delle idee del Napoli
- Inarrivabile Modric. La sua cifra tecnico-tattica non ha eguali, anche al cospetto di una squadra dal talento debordante come il Real Madrid. È ovunque: pressa, recupera, scalcia se necessario e non fa mancare quelle malizie essenziali per farsi valere in mezzo al campo. In fase di impostazione poi è un costante riferimento per i suoi ed è sempre pericoloso con inserimenti puntuali ed efficaci.
- Che coraggio Diawara. Un '97 al Bernabeu con la faccia tosta di un veterano. Da del tu al pallone, si propone, offre riferimenti ai compagni, prova a far la differenza nel vivo del gioco e non sfigura affatto al cospetto della contraerei che si trova di fronte. Ennesimo esame di maturità superato.
- Al Bernabeu con le proprie idee. La forza delle idee e della mentalità inculcata in una squadra si vede soprattutto in questi appuntamenti, con il Napoli che si è presentato a Madrid senza snaturarsi. Possesso palla, geometrie, combinazioni e visione di gioco in campo aperto che hanno sortito anche l'effetto di indispettire i blancos, quasi irritati dalla sicurezza dei fraseggi napoletani. Un atteggiamento di sicurezza che non ha portato solo effetti positivi, ma che di fatto è un ulteriore riconoscimento al gran lavoro svolto da Sarri.
Navas come al campetto, Mertens soffre il Bernabeu
- Navas, errore da oratorio. Il gol di Insigne è una perla, ma l'errore di posizionamento del portiere costaricano del Real Madrid è da calcetto del martedì. Fuori dai pali e decentrato, si fa beffare dalla conclusione precisa, ma non irresistibile, se fosse stato solo un pizzico più attento.
- Napoli supponente davanti a Reina. La ricerca del fraseggio insistente e continuo ha spesso portato i partenopei ad assumersi qualche rischio di troppo sulla trequarti difensiva. Ha origine così il 3-1 del Real: prima Reina con il suo dribbling in area piccola, poi Koulibaly con la fucilata per Hamsik; pane per i denti degli assatanati attaccanti madrileni.
- Effetto-Bernabeu su Mertens. Cassano aveva avvertito Insigne dell'impressione che uno stadio come quello del Real Madrid produce su chi lo calca per la prima volta. I due avrebbero dovuto passare la voce anche a Mertens che incorre in una giornata di scarsa vena. La difesa delle merengues lo maltratta ripetutamente e lui tende a intestardirsi alla ricerca della giocata di pregio, piuttosto che del tocco semplice al servizio dei compagni. Non da lui l'errore al 67′ su suggerimento di Callejon. Sottotono, ma assolutamente comprensibile.
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