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Che fine ha fatto Asprilla: l’ex Parma alle prese con scuole calcio in Colombia

Sua la doppietta che stese l’Atletico Madrid nella semifinale di Coppa delle Coppe che portò i gialloblù all’impresa di Wembley.
A cura di Maurizio De Santis
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La capriole, in campo come nella vita. Icona della carriera di calciatore e di uomo che non deve chiedere mai. Tino Asprilla: giocatore estroso, al punto da presentarsi all'allenamento con l'Universidad de Chile esplodendo colpi di pistola; ‘sciupafemmine', la leggenda metropolitana racconta della relazione con la pornostar Petra; modello in ‘costume' adamitico, con le parti intime coperte solo da una foglia di fico; in cella per aver forzato un posto di blocco in Colombia, dopo aver manifestato il proprio dissenso agli agenti con le pallottole… Questo e molto altro è stato l'attaccante colombiano che oggi, a 43 anni, dopo aver dato l'addio al calcio nel 2009 è impegnato con alcune scuole calcio del paese sudamericano. A Parma, però, lo ricordano – oltre che per le sue avventure misteriose, in particolare quando rientrò in Italia ferito alla vigilia di un match di Coppe delle Coppe – anche per la velocità, il senso del gol, quell'incedere caracollante che spesso disorientava gli avversari e i colpi che tirava fuori dal cilindro. Micidiale il gol sul punizione che nel '93 piegò in due il Milan di Capello.

Apoteosi. Quelli del '93: non l'età anagrafica, ma i calciatori che fecero l'impresa prima battendo l'Atletico Madrid al ‘Vicente Calderon' (2-1, con doppietta di proprio di Asprilla) in semifinale e poi schiantando l'Anversa nel big match di Wembley con Minotti, Cuoghi e Melli. Melli che con la punta sudamericana aveva costituito un tandem d'attacco micidiale. In quella squadra allenata da Nevio Scala c'erano anche Ballotta, Benarrivo, Di Chiara, Minotti, Matrecano, Grun, Melli, Zoratto, Brolin e Cuoghi. La sua prima esperienza a Parma si chiude qui, rimarrà in gialloblù per altri due anni (fino al '95) ma la sua esperienza è nel calcio italiano ormai è al tramonto. Newcastle, un ritorno a Parma e poi in Sudamerica con club dei campionati di Brasile, Messico, Colombia, Cile e Argentina. Fino al suo addio ufficiale al calcio nel 2009, quando si presentò allo stadio in limousine e abbigliato con un frac da gran riccone.

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