Che fine fanno i talenti del calcio giovanile in Italia?
Il calcio italiano non crede nei suoi giovani. Dei 164 giocatori in rosa nelle squadre che hanno vinto il campionato primavera nelle ultime cinque stagioni (Genoa 2010, Roma 2011, Inter 2012, Lazio 2013, Chievo 2014), solo due sono diventati punti fermi in prima squadra in serie A: Mattia Perin, tra i migliori portieri di questa stagione, e Alessandro Florenzi. Il resto della meglio gioventù dell'ultimo lustro naviga tra spezzoni di partite, serie inferiori, emigrazione e un presente lontano dal calcio.
Serie A: ce la fanno in 6 – Oltre ai due casi di maggiore successo, hanno toccato la serie A con una certa stabilità, tra questi 164, in sei. Dal vivaio Roma è partito Stefano Caprari, che ha esordito con i giallorossi per poi disputare 24 partite a Pescara, dove è rimasto quest'anno in serie B. Particolarmente florido il bacino nerazzurri: Alfred Duncan ha totalizzato 49 presenze in A tra Inter, Livorno (32, l'anno scorso) e Sampdoria in questa stagione, giocando in media 54′ a partita. Quasi lo stesso percorso ha avuto Marco Benassi, passato al Livorno l'anno scorso e quest'anno a disposizione di Ventura a Torino: in 3 stagioni ha assommato 40 gettoni di presenza restando in campo in media per 62′ a partita. Stesse presenze per Marko Livaja (di origini croate), che però ha giocato quasi la metà dei minuti (37.6 di media) tra Cesena, dove ha esordito in A, Inter e Atalanta, prima di pagare per il suo carattere indisciplinato e partire in direzione Kazan: cacciato anche da lì, è finito a gennaio nella più turbolenta delle squadre dell'attuale serie A, il Parma.
È arrivato quasi direttamente in A anche Ibrahima Mbaye, anche lui passato l'anno scorso dall'esperienza a Livorno: raggiunge le 29 presenze totali, ma solo 4 spezzoni quest'anno in nerazzurro per appena 93′ complessivi. Passati per la gavetta invece Lorenzo Crisetig, 18 partite in A quest'anno a Cagliari dopo quattro stagioni in B con 66 presenze tra Crotone e Spezia, e Samuele Longo, che ha vinto lo scudetto primavera con il Genoa insieme a Perin ma ha debuttato in serie A con l'Inter (16′ nell'ultima giornata del campionato 2011-2012, 3-1 alla Lazio). Per trovare seriamente spazio in serie A, con Inter e Cagliari, però, è dovuto prima emigrare in Spagna all'Espanol e al Rayo Vallecano. Al momento ha toccato le 20 presenze in serie A, in gran parte spezzoni (36′ di media).
15 matricole e meteore in A – Di questi 164, l'ultimo – di origini argentine – ad aver raggiunto la serie A è anche il più promettente, Leandro Paredes, che ha vinto lo scudetto col Chievo l'anno scorso, cui sono bastati 148′ per segnare il suo primo gol in serie A con la maglia della Roma. Solo in 21 hanno toccato la serie A, ma in molti casi l'assaggio è risultato decisamente breve. 7 i gettoni di Antonio Rozzi, attaccante scuola Lazio ora alla Virtus Entella in B, tra serie A (56′ totali) e Europa League (71′), 5 per il compagno di squadra Cataldi (263′), rimasto nella rosa della Lazio dopo un passaggio in B a Crotone. Otto le presenze di Giammario Piscitella, scuola Roma: debutta con i giallorossi, poi passa al Genoa ma in due anni gioca in media 19′ a partita in massima serie. Si prende la soddisfazione di giocare in under 21, ma fatica ad essere titolare anche in B, ora è in Lega Pro a Pistoia. Sei spezzoni da 32′ di media nella Roma di Luis Enrique per Federico Viviani, che sta costruendo una carriera solida in B tra Padova, Pescara e Latina. Solo 113′ spalmati in 4 presenze per il difensore del vivaio rossoblù Masahudu, tanti quanti gli spezzoni in serie A di Matteo Bianchetti, in campo per 215′ totali a Verona nel 2012-2013 e all'Empoli quest'anno. Solo una presenza in A, infine, per i “genoani” Diego Polenta (18′ al Genoa), ora a Bari e Federico Rodriguez, che i suoi 14′ di celebrità li ha vissuti però a Bologna prima di scendere in Lega Pro a Piacenza. Dopo i 18′ in A con l'Inter e 3 presenze in B a Varese, Lukas Spiendlhofer è tornato in patria allo Sturm Graz. Francesco Forti, 47 presenze in C con Pisa, Forlì e Lucchese, ha visto la serie A, all'Inter, per 3′. Solo il laziale Tounkara, cui Pioli ha concesso 2′ in Coppa Italia, ha giocato meno.
Numero di giocatori con almeno una presenza nei campionati professionistici tra i 164
24 in serie B – In 24 hanno raggiunto finora, come livello massimo, la serie B. Ovviamente è presto perché questo sia un dato definitivo, soprattutto per i giovani del Chievo scudettato l'anno scorso. Ed è comunque incoraggiante che tre di loro abbiano già giocato spezzoni di gara in cadetteria (Mbaye e Gatto, rispettivamente 13 e 5 presenze a Carpi; Da Silva, 5 a Pescara e 2 a Brescia dove è passato a gennaio). Si va dalle 86 presenze di Stefano Sabelli, vivaio Roma, al Bari, dove gioca con l'ex Genoa Polenta, alle 57 di Matteo Politano a Pescara, alle 48 di Pecorini che ha già cambiato tre squadre, Sassuolo, Empoli e Cittadella. All'estremo opposto il clivense Giovanni Giovanditti, passato dopo lo scudetto alla Pro Vercelli ma senza aver ancora mai visto il campo in prima squadra.
Non oltre la Lega Pro – Tra i 164 giocatori, c'è anche chi si è fermato in Lega Pro con una reputazione di tutto rispetto. 103 le presenze di Niccolò Romero, condite da una ventina di reti, tra Vigor Lamezia, Savia, Pavia, Castiglione e Feralpi Salò (è compagno dell'ex Roma Fabrizio Carboni, 24 partite), una in meno quelle di Marco Cane, suo compagno di squadra nella primavera del Genoa, ora a Messina. Da quel vivaio è emerso anche il centrocampista Riccardo Carlini, 66 gettoni in Lega Pro spalmate tra Lumezzane e Vicenza. Ha già 60 presenze in Lega Pro Amato Ciciretti, ora a Messina dopo un passaggio a Pistoia, 38 per l'interista Maximiliano Uggè. Lui però dopo 38 partite a Monza e Lecco ha scelto l'emigrazione, il passaggio ai lituani del Suduva, con cui ha già debuttato anche in Europa League. Si va fino a Riccardo Serpieri (vivaio Lazio, ora a Cosenza) e Vincenzo Carrotta (vivaio Chievo, passato per Arzanese e Juve Stabia) che aspettano l'esordio in prima squadra.
Gli emigrati – In dieci hanno continuato la carriera all'estero senza cercare un futuro in Italia. Ettore Oddo, portiere del Genoa scudettato nel 2010, è passato in Grecia, al Kypello Elladas. Jakub Vojtus, attaccante dell'Inter 2011-2012, ha scelto l'NK Zagabria prima, l'Olhanense poi. Il difensore Marek Kysela, che ha vinto il titolo con lui, ha già quasi 50 presenze all'attivo con lo Jablonec (è passato ai cechi nell'estate del 2012) È in Slovenia, all'NK Celje, il difensore scuola Lazio Amir Bilali. Il suo compagno di squadra Tira, ha giocato 12 partite nella serie B olandese al Den haag e ora al Brasov, in serie A romena. Devono ancora esordire Milos Antic, passato senza lasciar traccia al Grasshoppers e all'Ofi Creta, i laziali Pedro Rosario, al Belenenses e Gonzalo Barreto, ex grande promessa della Lazio tornato in patria al Danubio.
Del Chievo 2014 sono infine partiti Anthony Rivituso che anche per effetto del suo passaporto belga, ora è nelle giovanili dell'Anderlecht. e Grega Sorcan, portiere clivense, a gennaio ha firmato con l'NK Gorica. C'è anche chi, come l'ex Lazio Roberto Vivacqua, ha cercato la sua strada in Italia, al Taranto, ma non l'ha trovata e ha scelto come seconda occasione l'estero, lo Spartak Jurmala. E chi, al contrario, è partito per poi ritornare. È il caso di Sebastian Mladen, difensore scudettato con la Roma primavera 2011, transitato per la Romania (Victorul) e il Portogallo (Olhanense), e quest'anno in Lega Pro al Sudtirol. Dopo due anni al Libertad, invece, il paraguayano Rodrigo Alborno, all'Inter nel 2011-12, ha collezionato 29 presenze in due stagioni in serie B a Cittadella e Novara.
Gli svincolati – Alle storie di chi ce la fa, come Perin e Florenzi, fanno da contraltare quelli che si perdono. Tra questi 164, risultano svincolati solo in sette: il genoano Daniel Torres Oscar, i romanisti Francesco De Prosperis e Luca Bongiovanni, l'interista Eugenio Giannetti (dopo una parentesi al Teramo), i laziali Antonio Luque Quintero, Tommaso Barluzzi e Gianluca Alleva. Per i talenti di oggi, i campioni che hanno illuminato la Coppa Carnevale a Viareggio, e di domani, non resta che aspettare. Domani è un altro giorno, si vedrà.