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Chapecoense, le lacrime di Romulo: “Ho giocato lì e conoscevo molti di quei ragazzi”

Il giocatore dell’Hellas Verona non trova pace, dopo la tragedia che ha colpito la sua ex squadra: “E’ un giorno triste. Conoscevo tanti di quelli che erano a bordo dell’aereo, non solo calciatori, ma anche alcuni tra dirigenti e giornalisti”.
A cura di Alberto Pucci
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Il mondo del calcio piange la Chapecoense: formazione brasiliana rimasta vittima del terribile schianto vicino alla città colombiana di Medellin. Tra i giocatori deceduti durante l'atterraggio di emergenza, anche alcuni ragazzi che Romulo, il brasiliano dell'Hellas Verona, conosceva molto bene. L'ex giocatore di Fiorentina e Juventus ha infatti militato nella Chapecoense nel 2009: pochi mesi, ma sufficienti per entrare in confidenza con molti calciatori scomparsi nella terribile tragedia. Intercettato da Sky Sport, Romulo ha trattenuto a stento le lacrime: "Ho giocato lì e con molti di quei ragazzi abbiamo conquistato la finale del campionato Catarinense – ha spiegato – Oggi è per me un giorno triste. Conoscevo tanti di quelli che erano a bordo dell’aereo, non solo calciatori, ma anche alcuni tra dirigenti e giornalisti".

Il contatto con Claudio Winck

"Prego per i familiari delle vittime – ha continuato il gialloblu – Non ho potuto sentire nessuno della società anche perché il 99% di loro era a bordo dell’aereo. Mi sono trovato molto bene con loro. La Chapecoense mi ricorda il Verona, anche se più piccola per storia e blasone. Sono organizzati e hanno una tifoseria fantastica. È entrata nella storia del calcio brasiliano perché avevano appena conquistato una finale molto ambita, nonostante non fosse tra le società brasiliane più importanti". Tra coloro che sono riusciti a salvarsi, perchè rimasti in Brasile, anche un ex giocatore dell'Hellas Verona: Claudio Winck. "Il mio agente è riuscito a mettersi in contatto con il padre – ha concluso Romulo – Claudio sta bene ma è ovviamente triste e scosso per i suoi compagni e i familiari delle vittime. Conosco molto bene anche Nenem e Nivaldo. Anche loro si sono salvati, perché non convocati".

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