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Chantal Borgonovo: “Il calcio deve impegnarsi di più per la Sla”

Le vedova dello sfortunato Stefano Borgonovo, è tornata a parlare dei progetti futuri dell’associazione legata all’ex attaccante e della “pigrizia” del mondo del calcio nei confronti della malattia.
A cura di Alberto Pucci
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Da quel maledetto giugno 2013, la vita di Chantal Borgonovo è cambiata per sempre. Scomparso Stefano, ha cominciato a darsi da fare per sensibilizzare l'opinione pubblica e raccogliere fondi, da devolvere alla lotta contro la Sla, con l'associazione che porta proprio il nome del marito. A margine della presentazione dell'evento teatrale "Attaccante nato", tratto dal libro che narra la vita dell'ex attaccante, Chantal è tornata a parlare dei suoi progetti per sostenere la ricerca su quella che suo marito chiamava "la stronza": "Sto pensando di fare anche delle cose che coinvolgano il calcio internazionale – ha dichiarato ai cronisti presenti a Firenze – Ho in mente di andare a parlare con Ancelotti, lui è sempre stato vicino alla nostra famiglia e a Stefano, magari mi potrà aiutare". Prima della tappa toscana, la vedova Borgonovo è stata in Scozia: "Sono appena tornata da Glasgow, dove il 25 gennaio scorso c’è stata la partita a favore di Fernando Ricksen, un calciatore di 37 anni malato di Sla da un anno e mezzo – ha raccontato – Lui è straniero e sull’Italia ha un impatto sicuramente minore però la Fifa, la Uefa, lo stesso presidente Blatter lo hanno ricevuto. Non dobbiamo dimenticarci della malattia e continuare a pungolare il calcio".

La grinta di Chantal – Il ricordo di Stefano e del suo lungo calvario, è ancora ben vivo nella mente di tutti. Però, secondo l'ex moglie, tutto questo non basta: "Grazie a lui, l'Italia ha conosciuto una malattia di cui si sapeva poco – ha proseguito – Però, il mondo del calcio va continuamente stimolato. Prima c'era Stefano ad occuparsene, con le sue conoscenze, ora la palla è passata a me. Andrò certamente a chiedere alle istituzioni calcistiche italiane un maggior impegno. Vado avanti, continuo il mio lavoro e, se loro si dimenticheranno, glielo ricorderò nei limiti del possibile. Anche perché il binomio Calcio-Sla comincia ad essere un po' ripetitivo".

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