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Cassano: “Ho rifiutato la Juve quattro volte”

Cassano, che da grande vuole fare il direttore sportivo, ha detto di aver rifiutato la Juve perché: “Questa squadra non mi ha mai affascinato”.
A cura di Alessio Morra
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Antonio Cassano ha chiuso in largo anticipo la sua stagione. Perché il trentaduenne attaccante dopo aver rescisso il contratto con il Parma non è riuscito a trovare l’accordo con nessun altra squadra, e pure le offerte non gli mancavano. Paparesta lo avrebbe voluto portare al Bari e si è parlato anche di una trattativa con l’Inter di Mancini. Adesso Cassano è letteralmente a spasso, ma ha già la possibilità di firmare con una nuova squadra (sarebbe l’ottava della sua carriera) in qualunque momento. E nel frattempo l’ex del Parma ha svelato alcuni retroscena della sua carriera. Cassano, nell’intervista a ‘Heroes’, programma in onda su Canale 5, ha rivelato che per quattro volte ha detto di no alla Juventus: “La Juve non mi ha mai affascinato, l’ho rifiutata quattro volte.”. I bianconeri probabilmente hanno provato a prenderlo da giovanissimo e poi potrebbero averci riprovato quando l’attaccante è tornato in Italia dopo l’esperienza con il Real Madrid, probabilmente prima del passaggio all’Inter e forse pure dopo l'addio al Parma.

La lite con Garrone – L’ex giocatore della Nazionale ha parlato anche del suo primo grande rimpianto: “L’unico rimpianto che ho è il comportamento avuto nei confronti di Riccardo Garrone: è stato un errore clamoroso, ho cercato di rimediare ma a distanza di anni non me lo perdono ancora.”. Cassano nel 2010 ebbe una litigata tremenda con l’ex proprietario della Sampdoria, a cui disse parole dure e irripetibili. Garrone decise di metterlo subito fuori rosa e poi lo cedette nella successiva sessione di mercato al Milan, con cui il giocatore vinse lo Scudetto.

Futuro da direttore sportivo? – Cassano ha parlato anche del suo futuro che non sarà sicuramente su una panchina. Cassano non vuole diventare un allenatore: “Il futuro? Non mi vedrei come allenatore, preferisco il ruolo di direttore sportivo, guardare le partite. E vorrei essere un eroe positivo per i miei figli.”

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