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Caso San Paolo, quando De Laurentiis disse: “De Magistris è un gran paraculo”

La questione tabelloni al San Paolo rinfocola la polemica a distanza tra la Società azzurra e l’Amministrazione comunale.
A cura di Maurizio De Santis
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Il prato del San Paolo seccato da un fungo

Il manto erboso in pessimo stato a inizio campionato. Il rischio chiusura del San Paolo in Europa League sventato dall'intervento di Aurelio De Laurentiis che ha anticipato la somma necessaria per i lavori di manutenzione previsti per rendere la struttura a norma come richiesto dall'Uefa. E adesso sulla questione tabelloni il botta e risposta a distanza tra la Società e l'assessore allo Sport, Pina Tommasielli, della giunta De Magistris. La polemica a distanza accende di nuovo i riflettori sulla necessità per il club partenopeo d'usufruire di un impianto moderno e funzionale. Non solo un tempio del calcio.

L'affare stadio. Il presidente azzurro, che alle elezioni cittadine si schierò pubblicamente in favore di Lettieri (candidato del centro-destra) non usò mezze parole e toccò un altro nervo scoperto dell'amministrazione arancione. Rivolto al primo cittadino, durante l'incontro con i tifosi in ritiro a Dimaro, lo tirò in ballo così:

"Il sindaco, ’'sto gran paraculo, ha capito che il Napoli è una cosa importante ma ha sbagliato a fare i conti. Primo non c’'è la legge, che io conosco a memoria. In base a questo disegno di legge può fare lo stadio solo il club, perché i soldi servono per finanziare il club, che ha la possibilità di fare altre costruzioni collaterali commerciali investendo i ricavati nel club stesso. Il nostro sindaco non la conosce questa legge e poi lui ha avuto i voti della Mennella, che è una torrese la quale ha da farsi uno sviluppo a Ponticelli. Lei mi è venuta a trovare 3 anni fa ed io le ho detto che a noi lo stadio serve per fare fatturato e non possiamo farlo fare ad un altro, altrimenti paghiamo pure il fitto. Lei se ne è fregata di questa chiarificazione ed ha fatto lo sponsor del sindaco, il quale deve adesso restituirle il favore. Ma io per adesso considero solo il San Paolo come la nostra casa".

Poi arrivarono le precisazioni rituali e scoppiò di nuovo la pace dopo una telefonata chiarificatrice. Motivo del contendere: la possibilità che un nuovo impianto venisse costruito a Ponticelli, nella zona Orientale di Napoli.

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